Gli scandali, nel corso del tempo, sono stati pubblicati a caratteri cubitali su giornali molto autorevoli, hanno fatto indignare, hanno fatto anche incazzare qualcuno forse. Ma poi sono stati quasi messi nel cassetto. Quelle tinture per capelli, quei pranzi, quelle cravatte firmate contestate dagli inquirenti ai consiglieri regionali campani sono “uscite” e rientrate nei cassetti. Ci si aspettava dimissioni, terremoti, bufere e invece tutto è continuato come prima, nulla è cambiato. Forse perché nulla doveva cambiare, forse perché tutto deve ricomparire al momento giusto, magari il prossimo anno al momento di andare alle urne. Fatto sta che il consiglio regionale campano è finito nel mirino delle forze dell’ordine e della magistratura ordinaria e contabile molte, troppe volte: le accuse ai nostri rappresentanti nell’assise sono state di peculato, truffa e altro. Spese pazze, spese folli che non hanno risparmiato quasi nessuno. Una follia, appunto. L’ultima novità è stata resa nota a luglio di quest’anno quando sono usciti dall’inchiesta sui rimborsi del consiglio Fulvio Martusciello, capogruppo del Pdl; Carlo Aveta (Gruppo misto); Angelo Marino (Nuovo Psi – Caldoro presidente); Bianca Maria D’Angelo (Pdl); Lucia Esposito (Pd); Francesco Nappi (Pdl); Gennaro Oliviero (Pse); Carmine Sommese, capogruppo del Gruppo misto; Annalisa Vessella Pisacane (Gruppo misto); Ettore Zecchino (Gruppo misto).
Il decreto di archiviazione ha riguardato solo gli indagati che fin dal primo momento hanno accettato di fornire chiarimenti al pm sull’uso dei fondi consiliari, esibendo ricevute per attività ritenute pertinenti alla carica. Ad altri consiglieri indagati, che hanno ritenuto di non dover giustificare le spese, è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Ma a restare indagati sono molti altri consiglieri, e i cittadini sono in attesa di sapere tutto sulla questione riguardante lo sperpero di soldi pubblici. Il caso vero e proprio è scoppiato a luglio 2014 quando è arrivata l’emissione di cinquantuno di avvisi di conclusa indagine. Per quasi tutti l’accusa è di peculato. Ma ad alcuni consiglieri è contestata anche la truffa, compiuta nella gestione dei fondi per la comunicazione. Tra i destinatari dei provvedimenti c’era il sottosegretario Pd alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, consigliere regionale della Campania dal 2010 al 2013 e per un periodo anche capogruppo dei democratici. Tra gli indagati che hanno rischiato di diventare imputati con un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio: il coordinatore di Forza Italia in Campania Domenico De Siano, la parlamentare Eva Longo. Non è stato indagato il presidente della giunta, il Governatore Stefano Caldoro, che pur essendo anche consigliere regionale, il sessantunesimo componente dell’assemblea, non ha mai attinto ai fondi per il funzionamento del consiglio. La prima mossa della Procura è del 21 settembre 2012 quando la finanza fece incursione negli uffici del Centro Direzionale. A dicembre sempre di quell’anno fu arrestato il consigliere regionale del Pdl Massimo Ianniciello, accusato di aver chiesto e ottenuto negli ultimi due anni rimborsi per circa 64 mila euro esibendo fatture per operazioni inesistenti. A gennaio 2013 la guardia di finanza notificò due decreti di perquisizione ai consiglieri regionali della Campania, Nicola Caputo (Pd) e Angelo Polverino (Pdl). Gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza perquisì gli uffici del consigliere Nicola Caputo (Pd) nella sede del Consiglio regionale e l’abitazione e lo studio del consigliere a Teverola. Oltre agli uffici di Polverino nella sede del consiglio regionale, i militari perquisirono la sua abitazione di Caserta. Le ipotesi di reato erano truffa e peculato. Bisogna ricordare che dalle analisi contabili i finanzieri hanno rilevato gli importi annuali. Il fondo per il funzionamento dei gruppi consiliari consiste in 1.055.981 euro, quello per la comunicazione in 1.523.000 euro, mentre l’assistenza per le attività istituzionali impegna 1.891.000 euro. Le fiamme gialle hanno setacciato gli anni dal 2010 al 2012. Eccone la ripartizione riferita dei singoli gruppi. Il Pdl ha goduto di circa 206.000 euro annuali per 21 consiglieri. Il Pd ha ottenuto 152.000 euro (14 consiglieri). Udc e Lista Caldoro hanno ottenuto 71.183 euro. L’Idv ha goduto di 53.105 euro. Circa 44.000 euro per il gruppo misto. 35.000 euro a Udeur, Pse, Noi Sud. La legge stabiliva un tetto di 1.100 euro al mese al singolo consigliere (voce diversa e in aggiunta all’indennità) e un tetto di 2.100 euro al capogruppo. Ogni gruppo si è dotato di un regolamento autonomo.
Da non dimenticare che a seguito di altre indagini a febbraio 2014 sono stati indagati due i consiglieri regionali indagati nell’ambito dell’inchiesta su disoccupati e manifestazioni violente che hanno portato alla notifica di 25 misure cautelari. Si tratta di Corrado Gabriele, del Pse, accusato di concorso in associazione a delinquere, e di Angelo Marino, di una lista civica di centro destra, accusato di favoreggiamento.
PC