Castellammare: bancarotta fraudolenta, eseguite due misure cautelari

Guardia di Finanza Auto(259)

Bancarotta fraudolenta, eseguite due misure cautelari a Castellammare. Questa mattina i militari della compagnia della guardia di finanza, diretti dal comandante Mario Aliberti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno eseguito due misure cautelari personali, una agli arresti domiciliari e una dell’obbligo di presentazione alla pg, emesse dall’ufficio gip del Tribunale oplontino, nei confronti di Mario Vuolo di 62 anni e del figlio 27enne Antonio Vuolo, entrambi residenti a Castellammare e accusati di bancarotta fraudolenta in concorso.

Le indagini hanno consentito di accertare che gli amministratori di fatto della società “Carpenfer srl” già con sede a Castellammare, dichiarata fallita dal Tribunale di Torre Annunziata il 17 gennaio 2013, avevano tenuto le scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento reale degli affari, nonché avevano distratto, occultato e dissipato i beni aziendali, in particolare numerosi automezzi.

La frode è avvenuta alterando costantemente le scritture contabili della società in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del volume d’affari, omettendo di riportare i reali cespiti patrimoniali posseduti ed effettuando anche fittizie cessioni a società risultate poi, comunque riconducibili ai responsabili della bancarotta.

Dagli accertamenti è emerso il ruolo centrale di Mario Vuolo, autore e regista delle operazioni di bancarotta che, servendosi della complicità del figlio Antonio, ha costituito varie società, tutte operanti nel medesimo settore della carpenteria metallica stabiese, tra cui quella utilizzata al posto della fallita Carpenfer srl.

In questa serie di operazioni, nelle quali Mario Vuolo emerge quale trait d’union occulto tra varie aziende, è stata utilizzata la società stabiese Carpenfer srl.

In tale contesto le indagini svolte con la collaborazione della guardia di finanza, hanno permesso di interrompere quello che ormai era diventato un modus operandi da parte dei soggetti raggiunti dalle misure cautelari.

Il gip, rilevata la sussistenza di un concreto pericolo di reiterazione delle condotte criminose da parte dei due soggetti, padre e figlio, in qualità di amministratori occulti e palesi della società fallita, ha emesso nei loro confronti l’ordinanza applicativa delle misure cautelari personali consistenti in arresti domiciliari e nell’obbligo di presentazione alla pg e una misura cautelare reale di sequestro preventivo di un autocarro intestato alla società fallita.

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