Ma quando la smetteremo di accontentarci, di dimenticare e di farci prendere in giro?
Beh, forse mai. Lo abbiamo dimostrato all’ultima tornata elettorale cittadina. Abbiamo creduto, non proprio tutti a dire il vero, abbiamo votato e ci siamo ritrovati con un sindaco innovatore, ricco di tante belle promesse fatte ai pompeiani ed una squadra di governo cittadino piena di tante competenze e professionalità, giovani e locali. Magari, forse, locali proprio no! Ma per il resto tanto rinnovamento politico… forse.
Ma ritorniamo alla nostra indignazione. Ritorniamo ad un anno fa.
Il 21 novembre del 2013, sicuramente per un fato maligno, sicuramente, però, coadiuvato da incapacità, superficialità, pressapochismo ed anche malafede, morivano Nunzia e Anna, madre e figlia.
Ad un anno da quella che fu ribattezzata, cinicamente da tutti i media, “la tragedia del Sarno”; ad un anno dalla scomparsa di due persone, due innocenti, che in quel piovoso e freddo giorno di novembre incontrarono il loro tragico destino in quella mal congeniata rotonda, in quel maledetto incrocio che già tante volte era stato teatro di incidenti più o meno gravi, cosa è stato concretamente fatto per la sicurezza, per gli argini del Sarno, per le barriere divelte, deformate, arrugginite, per il fiume che sta scavando sempre più sotto una sede stradale sempre più deformata e soprattutto per riacquisire un briciolo di dignità di fronte a Nunzia e ad Anna? Si è piantato un ulivo e sono stati inviati i comunicati stampa. Coscienza pulita, faccia salvata con l’opinione pubblica e magari anche qualche consenso.
Ma quando finirà la campagna elettorale dell’oramai già sindaco, e da un pezzo, di Pompei? Sarebbe forse il caso di incardinarla finalmente una giunta definitiva? E soprattutto non sarebbe ora di passare dagli annunci propagandistici e vuoti ai fatti, quelli consequenziali ai proclami?
Nulla. Assolutamente nulla è stato fatto. Con buona pace del briciolo di dignità, che non c’era prima e che risulta non pervenuto dopo.
Tutto come un anno fa. Un po’ di strisce di plastica bianche e rosse, di quelle dei Carabinieri e le inutili reti contenitive arancione sorrette da qualche tondino di ferro conficcato nell’asfalto a mo’ di paletto.
La barriere di cemento per evitare il peggio sono ancora lì. Col tempo stanno diventando un altare per celebrare il trionfo dell’inefficienza e se non fosse per i fiori e le candele che di volta in volta ci ricordano di Nunzia ed Anna sarebbero già diventati monumento. Ecco proprio uno dei monumenti pompeiani che la neo assessore importata da Napoli, insieme all’idea di restaurarli, ha messo al centro della sua attenzione amministrativa, invece di pensare con il suo sindaco alle cose serie, necessarie. Ecco, proprio un monumento all’incapacità.
Gennaro Cirillo