Pochi secondi alla fine di Savoia-Cosenza… calcio d’angolo causato dalla paura o chissà cosa, lo stress agonistico è al top. Tiro e pareggio del Cosenza. I pugni sul tavolo della sala stampa, si susseguono, chi impreca, chi grida ladri, chi dice che è un furto. Intanto tre giocatori in maglia bianca rimangono a terra, presi dallo sconforto.
Non si possono perdere punti così preziosi mentre l’arbitro sta per fischiare la fine dell’incontro e poi i cinque minuti, forse erano esageratamente troppi. Se solo fossero stati Quattro, avremmo vinto.
Ecco in un battito di ciglia vedo la partita di ieri e le sue conseguenze, stamattina leggo di chi non ha dormito, di chi non riesce ancora a metabolizzare e chi è ancora arrabbiato. Lo sono anch’io, ma mi chiedo di chi è la colpa? E analizzando le cose penso proprio che la colpa sta nel nostro carattere.
Mi spiego meglio. Quando mercantili per la maggior parte inglesi, venivano alla fine del 1800, a scaricare il grano della Russia o di altre parti del mondo, nelle operazioni di scarico, occupavano il tempo a correre appresso ad una cosa curiosa a forma di sfera con l’aria dentro. Lo chiamavano ball… u pallon.
E i torresi cosa facevano? Prima si fecero una bella risata, chiedendosi perchè tutti corressero appresso ad una palla. Bastava prendere altri palloni e ‘nun s’appiccecavano’. Ma poi lo sguardo di qualche forestiero, verso noi indigeni ignari, fece scattare la molla e lì cominciarono i guai, sia per i torresi che per i curiosi inglesi di Manchester o Cardiff. Poi i pastai, Voiello, Fabbrocino ecc. ebbero l’idea di sfruttare quello sfizio curioso, le mutande bianche costavano poco, la maglia bianca idem e i calzettoni bianchi si potevano trovare: “scusate e come la chiamiamo sta squadra? Avanti Savoia come il grido di battaglia della truppa monarchica? Ma si, i Borboni adesso ‘nun ce stanno chiù’ e allora Savoia, così può darsi che ci becchiamo anche qualche appannaggio reale… 21 novembre 1908”.
Si ma non si prende gol sul primo palo. È vero ma questo è il calcio, una favola che può farti volare in paradiso o scivolare all’inferno, così come può fare una donna, e guarda un po’ nella vita ci si innamora della donna che scegliamo per averla al nostro fianco e della squadra che portiamo nel cuore… mannaggia se avesse dato 4 minuti!
Storie fantastiche ricche solo d’amore per il nostro Savoia. “Raga”, questo è il calcio, ma ora pensiamo ad andare a vincere a Castellammare. Lo vedi? Si ricomincia.
Ernesto Limito