Si terrà sabato 29 novembre alle ore 19 e 30 presso la cripta della Chiesa dello Spirito Santo di Torre Annunziata l’evento “La Cantata di Supersud – La storia del Meridione”, musicato dal maestro Giancarlo Amorelli. La manifestazione è stata ideata ispirandosi al libro “Supersud –Quando eravamo primi” di Mimmo della Corte (Iuppiter Edizioni).
Dopo il successo nelle librerie e l’adozione in alcune scuole del Meridione, il saggio storico “Supersud-Quando eravamo primi” (Iuppiter Edizioni) del giornalista ed economista Mimmo Della Corte è diventato un’opera lirica. Dopo l’evento del 2 luglio scorso al Circolo Ufficiali di Napoli, infatti, “La cantata di Supersud”, opera musicale liberamente ispirata al saggio di Della Corte e composta dal maestro Giancarlo Amorelli, fa tappa sabato 29 novembre 2014 a Torre Annunziata, presso la Cripta della Chiesta dello Spirito Santo.
La “Cantata di Supersud” sarà eseguita dal tenore Saverio Stornaiuolo, supportato dal Coro Polifonico Salesiani di Torre Annunziata. Al termine dell’esibizione musicale, il giornalista-editore Pietro Golia intervisterà i musicisti e l’autore del libro “Supersud”.
L’evento si avvale della preziosa collaborazione del Forum Giovani Torre Annunziata, del Gruppo Scout Agesci di Torre Annunziata e del periodico Il Gazzettino Vesuviano.
Il saggio “Supersud”, con una dettagliata ricostruzione della storia dell’Unità d’Italia, rappresenta, come ha scritto nella prefazione Marcello Veneziani, “una ragionata difesa del Meridione e delle sue ragioni storiche non solo ripercorrendo i primati del Sud ma anche dedicando la seconda parte del saggio ai giornali meridionali pro e contro il processo risorgimentale che mostrano un fervore e una presenza attiva di una borghesia intellettuale e civile nel sud tutt’altro che marginale”.
Il maestro Amorelli e il tenore Stornaiuolo, affermati artisti e tra gli esperti più apprezzati della musica del Settecento napoletano, hanno avuto l’idea di interpretare musicalmente il saggio di Della Corte per “ricreare sonorità e sensazioni dell’epoca attraverso un intreccio di parole e note pensato soprattutto per far rivivere al pubblico le passioni, le attese e le speranze del popolo del Sud”.
Mimmo Della Corte, giornalista, economista e meridionalista ha scritto “Sud Oggi” (1988), “La scelta: la destra prima e dopo Fiuggi” (1996), “Una città, una scuola” (2003), Buio a Sud (2005), “Bassolino Amici e Compagni” (2007). Per Iuppiter Edizioni ha curato “Magnanapoli” (2010) il libro-intervista di Francesco D’Ercole, sulle clientele e gli sprechi dell’era Bassolino, e ha pubblicato il libro “Supersud” (2011). Collabora con varie testate tra cui “Il Borghese” e “Chiaia Magazine”, dove cura la rubrica “Il sudista”.
Giancarlo Amorelli ha conseguito il diploma di laurea di canto con la prof. Elisabetta Fusco, diploma di laurea in Direzione di Coro e composizione col Maestro Carmine Pagliuca, il diploma di laurea di contrappunto e fuga ed alta composizione col M° Michele Salerno e specializzazione del Settecento napoletano col Maestro Alfonso Vitale, il diploma di laurea di Direzione d’Orchestra col Maestro Francesco Vizioli e didattica della musica in Ungheria nel liceo musicale di Budapest. Dal 1987 è artista del coro in qualità di baritono in pianta stabile. È direttore dell’Ensemble “Musincanto” vocale e strumentale. Collabora con le eccellenze del teatro di San Carlo di Napoli.
Saverio Stornaiuolo è stato tenore nel coro del teatro di San Carlo; ha svolto attività di concertista in numerosi eventi musicali. Laureato in lettere e Filosofia continua a far ricerche di musica del Settecento napoletano ed a revisionare spartiti antichi.
Ecco di seguito la prefazione al volume di Mimmo Della Corte a firma di Marcello Veneziani
“Mimmo della Corte esprime in questo suo excursus storico sull’Unità d’Italia una ragionata difesa del Meridione e delle sue ragioni storiche. Interessanti soprattutto le pagine dedicate alla stampa meridionale pro e contro il processo risorgimentale che mostrano un fervore e una presenza attiva di una borghesia intellettuale e civile nel sud tutt’altro che marginale, benché minoritaria rispetto al tessuto contadino di un meridione costituito per tre quarti da contadini e ancor più da analfabeti. Della Corte ritiene che il sud abbia perduto qualcosa nell’Unificazione nazionale e sostiene che abbia dato un contributo rilevante allo Stato italiano sin dal suo sorgere e poi nel processo che ne è seguito. Ma senza rimpiangere per questo l’epoca borbonica che va oltretutto distinta al suo interno tra periodi fiorenti e periodi di decadenza. “Non si illuda il Nord – scrive – che sarebbe diventato quello che è oggi, se non avesse potuto contare, nel 1861, sulle risorse finanziarie del Regno del Sud e, successivamente, delle braccia dei lavoratori del Sud, emigrati oltre il Garigliano il cui contributo allo sviluppo della loro area è stato notevole e determinante; e non creda il Sud che la sua esistenza sarebbe stata diversa e, soprattutto, migliore, se in quel lontano e fatidico giorno di 150 anni fa, non ci fossimo ritrovati tutti insieme sotto un’unica bandiera”. Ma non sposa le tesi di un ribellismo meridionalistico, non si innamora del Sud preunitario e non maledice l’Unità d’Italia ma cerca di farla propria. È una tesi che sostengo da tempo, in scritti vari e anche in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia: bisogna raccontare la vera storia del processo unitario, riaprire le pagine infami e le sofferenze del meridione, ma senza giocare allo sfascio e rimpiangere la disunità d’Italia. E bisogna poi raccontare che l’Italia è cresciuta da allora in poi, grazie allo sforzo congiunto di nord e sud, di imprenditoria del settentrione e di manodopera e borghesia statale meridionale. Per la stessa ragione convengo sull’idea di recuperare l’orgoglio di dirsi meridionale o perlomeno di rimuovere il senso di vergogna e di inadeguatezza che sempre si accompagna quando si parla di sud. Di questa sobria fierezza di dirsi meridionali e di considerare il sud la nostra “matria”, matrice calorosa e accogliente delle nostre origini, come l’Italia è la nostra patria, ne ho parlato nel mio viaggio sentimentale e civile, Sud, uscito un paio d’anni fa da Mondadori. Il problema è ripensare il sud dentro l’Italia, e dentro l’Europa, e non fuori e contro l’Italia e l’Europa. E ripensare il sud nel nostro tempo e in questa Italia presente senza vagheggiare epoche d’oro e ritorni impossibili a mitici e spesso idealizzate epoche di gloria”.