Dal 3 al 7 dicembre prossimi, al Teatro Bellini di Napoli, è di scena lo spettacolo “L’ispettore Generale” di Nikolaj Vasill’evic Gogol, con l’adattamento drammaturgico e la regia di Damiano Michieletto, presentato dal Teatro Stabile Veneto e Umbro;la commedia fece il suo debutto a Pietroburgo nel 1836.
Lo spettacolo ha interessato le plateeper l’attualitàdei suoi argomenti. La trama è ambientata in una cittadina russa, in cui è giunta la notizia che sta per arrivare un ispettore (un revisore dei conti) e le autorità, con in testa il primo cittadino, hanno timore di far scoprire i loro malaffari.
Lo spettacolo ha un risvolto divertente: uno squattrinato avventuriero è scambiato per l’ispettore dagli abitanti del luogo, il personaggio approfitta della situazione, sfruttando disinvoltamente gli abietti funzionari che cercano di corromperlo con doni e danaro; nel finale, arriva il vero inviato del governo centrale. L’episodio prende lo spunto da un fatto di cronaca del tempo, su cui Gogol ha lavorato ,mettendolo in scena con il pretesto di smascherarel’inquinamento morale della provincia russa e di creare alcuni tipi che movimentano la scena con i loro ridicoli (ma utili per sé) tentativi di corruzione.
Il testo quindi ci racconta del malaffare e il suo legame con la politica, in una società che produce solo paura. In merito, il regista Micheletti afferma che nel racconto scenico “sfera pubblica e sfera privatasi mescolano, si contaminano, si confondono. Non ci sono regole, non ci sono leggi, la violenza è dietro l’angolo, mascherata spesso dalla bonarietà. Un’umanità gretta e sporca che vive nella paura per tutta la durata della vicenda ed esplode nel finale in una catartica liberazione”.
Federico Orsini