Ma Tammaro va oltre e dopo aver espresso la sua vicinanza a Barone, non risparmia dure critiche all’amministrazione Fiengo sull’affair “Centro sociale Edilfutura”, sito nella periferia nord di Cercola, ai confini con San Sebastiano al Vesuvio, che fu chiuso il 30 novembre 2013. In quella data furono apposti i lucchetti al Centro sociale e a spiegare quanto stava accadendo un volantino del Comune di Cercola, senza firma e timbro, che annunciava la chiusura fino al 5 gennaio 2014.
«Nessun provvedimento amministrativo, tantomeno fu emessa e pubblicata – aggiunge il leader di Progetto Cercola – un’ordinanza del sindaco Vincenzo Fiengo. Nessun concreto motivo privava gli anziani di Cercola del loro luogo, di parte della loro vita.
Di certo alcune problematiche di gestione si erano palesate, ma quanto è stato perpetrato ai danni di una fascia sociale più debole è ingiustificabile. Da allora è passato un anno e ancora non si sono capite le reali motivazioni di tale decisione non supportata in alcun modo da un concreto provvedimento dei dirigenti o della politica».
Tammaro ammette che già nel corso della sua guida del comune alle porte del Vesuvio qualche chiaro problema di gestione era stato registrato, ma nonostante tutto il centro era funzionante e funzionale.
«La cosa più assurda è che proprio per il Centro Edilfutura esiste ed è stato approvato all’unanimità, già da tempo, un regolamento che dovrebbe garantire il funzionamento, in autogestione, della struttura. Questo regolamento comunale prevede la creazione di un comitato di gestione del centro formato da tutti gli esponenti delle varie fasce sociali, dai giovani agli anziani ed ai disabili. Questo comitato di anno in anno dovrebbe poi presentare un programma di eventi da proporre e da realizzare in autonomia economica. Avendone le possibilità, dice il suddetto regolamento, anche il comune avrebbe, successivamente, potuto stanziare qualche fondo.
Tutto questo non è stato proprio preso in considerazione dall’amministrazione in carica che è colpevole di una ingiustificata chiusura della struttura e di una ancora più ingiustificata lentezza nel attivare procedure per rendere possibile la sua riapertura. Ancora una volta siamo di fronte ad una palese incapacità amministrativa che di certo non favorisce la crescita, anche sociale, della nostra città.
Quanto accaduto però ai danni del presidente del consiglio comunale Vincenzo Barone va comunque al di la della vita civile, della lotta politica e del confronto, anche duro, anche a voce alta, come a me, per carattere, accade fin troppo spesso, ma che non si trasforma mai in odio e in concreta violenza che ho sempre avversato sotto ogni sua forma».
Filippo Raiola