Cinquant’anni di lotta legale e battaglie politiche e ambientaliste forse vedono la parola fine. Intanto in questi ultimi mesi,a partire dal 12 marzo data di approvazione della delibera n. 36 da parte della Giunta Comunale di Vico Equense, la stampa ha riportato notizie dei vari passaggi amministrativi
relativamente all’abbattimento del cosiddetto mostro di Alimuri e non sono mancate interviste e dichiarazioni del sindaco e dei suoi assessori. È innegabile che l’abbattimento del rudere in questione vede i favori e torna a favore di tutti i soggetti istituzionali e privati coinvolti ed interessati a questa vicenda. L’amministrazione comunale di Vico Equense porta a casa un risultato politico notevole e, questo, il sindaco Cinque lo ha capito tanto bene da trasformare il momento della demolizione in un evento mediatico di portata nazionale (sono state impegnati dalle casse comunali 18.000 euro per organizzare la festa).Torna utile all’amministrazione comunale di Meta
che finalmente cancella dalle sue cartoline l’immagine deturpante di quel rudere. Torna utile alla proprietà dell’immobile che, in questa fase, senza sborsare 1 euro (l’accordo di programma prevede la demolizione a spese dalla proprietà) si “libera” di una struttura fonte di incidenti e preoccupazioni, marcia e non utile a niente. È un risultato importante per le associazioni ambientaliste che da cinquant’anni lottano per vedere l’abbattimento della struttura (se non ricordo male iniziò l’associazione Italia Nostra sez. penisola sorrentina con il compianto ing. Mario Maresca). In ultimo ma non ultimo ci guadagna il territorio. Ma quello che succederà un minuto dopo l’abbattimento è tutto da vedere e da scrivere.
Intanto:
1) la delibera di giunta comunale n.36/2014,che ha dato l’avvio a tutta la procedura, come hanno dovuto ammettere gli amministratori cittadini durante l’ultima conferenza stampa, presenta “alcune
contraddizioni” tanto da indurre la stessa giunta a correre ai ripari adottando il 18 nov. una nuova delibera di chiarimento ed ulteriore adempimenti;
2) La proprietà, qualche settimana fa, ha fatto sapere con una dichiarazione alla stampa del suo avvocato che i titoli abilitativi ed il protocollo d’intesa del 2007 sono ancora validi. Tale dichiarazione contraddice pubblicamente quanto è scritto nei provvedimenti amministrativi adottati dagli uffici comunali e vanno affermando gli amministratori comunali;
3) L’assessore ha dichiarato che se compatibile con l’ambiente il materiale di risulta sarà frantumato e lasciato in sito. Perché la compatibilità non è stata verificata prima? Qualora tutto il materiale
di risulta necessita di essere portato in discarica è dato sapere a quanto ammontano gli oneri di trasporto e discarica?
4) I vari ricorsi presentati dalla SA.AN in sede di tribunale amministrativo finalizzati alla sospensiva dei provvedimenti di demolizione emanati dagli uffici comunali sono stati tutti respinti in quanto “il danno lamentato non può essere grave ed irreparabile posto che comunque tutte le parti sostanzialmente concordano sulla sorte del manufatto, destinato alla demolizione”, rimandando ad altra sede il giudizio di merito relativamente all’annullamento dell’accordo di programma;
5) Abbiamo appreso che con la delibera n.151 del 18 nov. scorso la giunta comunale chiarisce che l’area non sarà espropriata e che non nascerà in quell’area nessun tipo di struttura turistica balneare.
Considerato il contenuto dell’accordo di programma che, se non sbaglio, prevede la realizzazione in quell’area di una struttura turistico balneare o la delocalizzazione in altro sito dei volumi turistici ricettivi, alcune domande nascono spontanee:
1) La parte privata è disponibile a rinunciare a tutto questo?
2) Può un accordo di programma sottoscritto in sede ministeriale essere annullato unilateralmente da uno solo dei firmatari?
3) Visto che si appalesano elementi di “insidia” nella intera operazione è da escludere un possibile ricorso in sede civile da parte della società proprietaria con relativa richiesta di risarcimento danni?
4) E’ stata valutata attentamente l’ipotesi di una possibile soccombenza del Comune di Vico Equense ad una richiesta risarcitoria della proprietà?
5) Perché mai il consiglio comunale ha rinunciato all’alto compito di rappresentanza democratica rinunciando di esprimersi su un argomento cosi importante e delicato?
A questo punto è lecito, come sta facendo qualcuno, preoccuparsi di future e possibili richieste di risarcimenti, che malauguratamente riconosciute, avranno una pesante incidenza sulle casse comunali con ricaduta ai danni dei cittadini contribuenti di Vico Equense?
Sono queste alcune delle domande che circolano ed alle quali non sempre si trova una risposta.
Pasquale Cardone