“Sono due libri in uno, o se si vuole, un libro double-face, quello che è stato scritto da Antonio Cirillo ed Elvira Garbato sulla peste che – anticipando di un decennio quella ben più nefasta di Londra – imperversò a Napoli nel 1656 e annientò i due terzi della popolazione.
Una strage che portò alla ribalta della società e della storia uno stuolo di parvenu – assurti a oggetto di riprovazione e di scherno dei benpensanti, in quanto impossessatisi con ogni mezzo, da scaltri ma ignoranti sopravvissuti, dei beni delle famiglie e degli individui sterminati dalla malattia. L’opera si compone infatti di un saggio storico sull’apocalittica epidemia, e della traduzione in versi italiani del poemetto satirico in ‘lingua napoletana’ intitolato Napolescontrafattodapo’ la pesta, che “lo scrivano di Vicarìa” Giambattista Valentino compilò pochi anni dopo il terribile evento. Il connubio tra le due competenze è nato per caso.
La prof. Elvira Garbato, affermatasi come dotta e nota traduttrice di testi dialettali di età barocca, già contava tra le sue maggiori imprese la traduzione in italiano del canzoniere seicentesco “La tiorba a taccone” di “Felippo Sgruttendio de Scafato” e quella, in vernacolo del Sei-settecento, dell’intera Odissea di Omero. Nel porsi all’opera per tradurre il poemetto del Valentino, chiese libri e consigli all’amico di vecchia data dr. Antonio Cirillo, magistrato, cultore appassionato di storia napoletana di epoca vicereale, nonché autore di alcuni testi di divulgazione storica e letteraria, tra cui Napoli ai tempi di Giambattista Vico.
Niente di più conseguente, perciò, che il dr Angelo Pesce, marito di Elvira Garbato, quando lei venne meno all’affetto della famiglia e degli amici, affidasse ad Antonio Cirillo il compito di rileggere il lavoro e dargli completezza con un saggio storico introduttivo. È nato così il libro La peste a Napoli nel 1656, a doppia firma, edito per i tipi della Editrice Gaia di Angri, per l’apprezzamento, non solo da parte dei lettori di palato fine, di un duplice testo di ampia fruizione – verrebbe da dire malgrado il soggetto”.
Alla presentazione interverranno Pasquale Aliberti, Sindaco di Scafati, Antonio Fogliame, Assessore alla Cultura di Scafati e Maria Benevento, Direttrice della Biblioteca Morlicchio. Saranno inoltre presenti Angelo Pesce, geologo, saggista, storico della Città di Scafati, Antonio Cirillo, magistrato, scrittore, saggista, già Presidente del Tribunale di Lagonegro e Michela Sessa, Direttrice dell’Archivio di Stato di Avellino.