Cerchiamo di pensare il Leopardi in una maniera doppia,cioè come poeta e filosofo. Come nasce dal Leopardi poeta il Leopardi filosofo?bisogna far riferimento ad una ragione poetica e partire da una riflessione della poesia che si interessa di problemi filosofici.La poesia è produzione di “mito” e poetica che costruiscono nuovi mondi.Praticamente dicono il mondo trasgredendolo.L’atto creativo procede da quella cesura che penetra realmente l’esistente.Shelling affermava che c’è “una ragione che sente e un sentimento che pensa”.Si deve superare il sapere della ragione,”il logos”,pensando e sentendo il sentimento.Nella maniera leopardiana è necessario intendere la poesia come iniziazione.
Iniziarsi significa entrare in una nuova vita per mezzo di cerimonie.Per iniziarsi si deve fare tabula rasa,e assumere un nuovo metodo e doppio registro. Per poiesis si intende quell’attività in cui si passa dal non essere all’essere. Il mondo è conosciuto come opera d’arte attraverso un sapere doppio,cioè poetico e filosofico: la calda immaginazione e la fredda ragione. Nel 1819 Leopardi dirà di essere diventato filosofo da poeta che era. La ragione del filosofo è appassionata e curiosa poichè è data dalla mescolanza dell’altro da sè.Con il Leopardi inteso come uomo doppio,siamo andati in cerca di un pensiero altro,di una vita seconda.L’intento del nostro poeta-filosofo era quello di far nascere un nuovo esistente:un uomo più che uomo,magnanimo che ama gli altri uomini.Platone considerava la poiesis e l’immaginazione qualità demiurgiche e diviniformi. Deve far parte dell’uomo-poeta la veggenza:esercizio di un pensiero eccessivo.
Il vero poeta è l’uomo rimasto solo,abbandonato dalla natura e prigioniero di se stesso. La filosofia del recatanese è ispirata ad un vero realismo,intendendo per realismo la dottrina che riconosce l’esistenza di un mondo esterno. L’arte è creazione,la filosofia è,invece,una riflessione sulla vita,sul destino umano e dei suoi problemi.Il filosofare leopardiano ha un carattere scettico che non è la negazione dei fenomeni,ma la negazione della piena conoscenza umana nel suo plu-universo della sua parte interiore. Il Croce trovò nei versi del Leopardi”un’immagine pura del vivo parlar.”
Leopardi è uno di quegli autori che hanno una storia dell’anima. L’ora della sua poesia sono la sera e la notte. La vita poetica viene ad essere non un sentimento d’angoscia per il vano,ma un nulla che si riempie e si svuota, per poi riempirsi ancora. Egli studia l’uomo come si fortifica contro la natura,attraverso la ragione. Nella fredda luce dell’intelletto l’uomo scorge l’arida verità della sua finitudine,della sua precarietà e nullità.
Alfio Ferri