L’intervento delle forze della polizia ha portato dietro le sbarre durante tutto il corso dell’operazione quattordici criminali, mentre sono sei i complici che sono stati inchiodati ed ora sono ai domiciliari.
Nonostante la conclusione della vicenda, restano le ombre per via delle piazze di spaccio vicinissime agli ambienti degli istituti superiori e dei licei salernitani, parte così un allarme sulla diffusione di stupefacenti tra i giovani.
Va dunque svolta un’azione a tappeto, sostenendo gli operatori del settore, impegnati, ad esempio rispetto al problema della cocaina, in sforzi notevoli con risorse purtroppo assai carenti. La ‘coda’ del problema dalla quale si vorrebbe erroneamente partire, sono invece i consumatori, soprattutto i più giovani, verso i quali è inutile e controproducente la tattica della punizione e della sanzione. A scuola la prevenzione consiste nella relazione educativa fra insegnanti e ragazzi. In questa operazione può essere fondamentale l’esempio di magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine. Necessariamente ci deve essere anche l’aiuto dei ragazzi, che vogliamo protagonisti di questa battaglia di controllo e di sicurezza, dei genitori, pilastro essenziale, dei dirigenti scolastici, e di tutti quelli che vogliono contribuire in modo forte a raggiungere quest’obiettivo”.
Fondamentale sarà, però, l’apporto della famiglia, come sottolineato dal segretario generale della Cisl Salerno, Matteo Buono: “La scuola può aiutare solo se in sinergia con la famiglia. Da sola opera invano. Il disagio e il senso di inadeguatezza dei ragazzi spesso ha origine fuori dalla scuola, per questo non si può delegare tutto alle agenzie sociali ed educative”.
Raffaele Cirillo