Il Teatro Sannazaro di Napoli, per tutto il periodo delle festività, non ospiterà i tavolini e la complice atmosfera del Cafè Chantant, come accade tradizionalmente da diversi anni, bensì le luminarie, i taralli, il vino e le suggestioni senza tempo de La Festa di Montevergine di Raffaele Viviani, che sarà in scena da venerdì 12 dicembre 2014 alle ore 21.00 (in replica fino al 6 gennaio 2015):
Questo spettacolo, che si avvale di un nutrito di attori, torna in scena a distanza di un anno, dopo aver ottenuto l’unanime consenso di pubblico e critica e per soddisfare le numerose richieste del pubblico, nonostante sia stato lungamente in programmazione.
Lara Sansone, interprete e regista dello spettacolo, ha creato un allestimento originale, speciale, che coinvolge tutta la struttura teatrale in un percorso da vivere in modo totale, sostituendo le poltroncine rosse della sala con i tavolacci, dove sarà possibile degustare vino rosso e i mitici taralli napoletani.
La sala, inoltre, sarà adorna di luminarie e bancarelle tipiche, per entrare ed essere avvolti nella rumorosa atmosfera di questa grande festa del sud, che ha regalato gioia e divertimento a intere generazioni.
«Sono quasi tutte esaurite in prevendita – sottolinea Lara Sansone – le repliche previste in calendario, e già si pensa a trovare orari e giorni per programmare repliche straordinarie. Superfluo dire che sono entusiasta, perché credo sia la rivincita della tradizione, quella sana, genuina, spontanea, fatta da attori bravi e talentuosi, che fanno questo mestiere da sempre, per amore. E’ un po’ la rivincita del mio mondo, quello che conosco e vivo da sempre, fatto di rispetto per il pubblico e di dedizione totale, per un mestiere artigiano, anche se spesso ingrato».
La Festa di Montevergine disegna perfettamente, attraverso tipi e situazioni, una delle più antiche feste del sud, per diventare un autentico documento di costume, un panorama di varia umanità napoletana e popolare: sfarzo, vanità, piccole truffe, il traffico delle grazie, le sfide dei declamatori, i giochi da osteria, i canti a dispetto, le risse, gli inni sacri, le processioni, il fanatismo religioso nei suoi eccessi. E, al centro di tutto, una storia.
Il ritorno in scena di questo fortunato allestimento, unitamente al più recente successo di Annella di Portacapuana, al Cafè Chantant e al Festival delle tradizioni che fanno turismo nel mondo, rappresenta un altro tassello, che convoglierà nella creazione un vero e proprio repertorio del Teatro Sannazaro di Napoli, in cui sarà fondamentale la scelta dei testi e degli autori da “portare” in scena.
«Credo sia il percorso più appropriato – continua la Sansone – per il Teatro Sannazaro, nonché preferito dai nostri spettatori. E sono tanti e differenti, per età, formazione, cultura e, spesso, nazionalità. Cosa che m’inorgoglisce particolarmente. Sì, perché da noi vengono moltissimi turisti, alla ricerca dell’essenza del popolo partenopeo, della tradizione. Ed è pensando a loro, turisti e naturalmente napoletani, che amiamo creare progetti».