Lo Sapio: “Immobilismo, favoritismi e troppe ombre su Uliano”

Lo Sapio 2L’amministrazione pompeiana, come affermato, in tutte le occasioni pubbliche e certamente anche private, dal suo stesso condottiero, è riuscita a “mangiare il panettone”, ma le critiche non mancano per un semestre trascorso all’insegna dell’ immobilismo. Tutto quanto promesso in campagna elettorale, ad oggi, risulta non pervenuto.

Tra i più critici, come è ovvio, i consiglieri di opposizione con il laboratorio politico ElaboriamoPompei guidato da Carmine Lo Sapio, che ci ha chiarito il proprio punto di vista sul momento politico amministrativo pompeiano.

«Sulla revoca di Sica riteniamo persistano ancora delle ombre. Nostro dovere è quello di fare chiarezza su una questione che a nostro vedere resta gravissima, ancor più proprio dopo i non pochi particolari, che non conoscevamo e maldestramente svelati dallo stesso sindaco nella conferenza stampa di “discolpa”. È nostro dovere tenere lontana la malavita organizzata, la camorra.

In passato, quando ho ricoperto il ruolo di assessore l’impegno in questo senso è stato massimo. La firma che stipulava la convenzione con l’associazione antiraket Alilacco la posi io a nome dell’ amministrazione. In quel caso rispondemmo con i fatti, oggi non so se quanto fu fatto per arginare la piaga della camorra è stato ratificato o se si sta facendo effettivamente qualcosa di altrettanto concreto, ma, a dire il vero, vedo l’attenzione spostata altrove.

Questa amministrazione sulla faccenda Sica ha cercato solo di difendersi con giustificazioni deboli sotto il profilo normativo. È strano che dopo così poco tempo possa venire meno la fiducia in un assessore “tecnico”, non indicato dalla politica, ma scelto direttamente del primo cittadino.
Per il momento abbiamo sentito Enzo Sica, ma non abbiamo ancora sentito in maniera convincente l’amministrazione e pertanto le ombre, i “condizionamenti” persistono. Siamo di fronte alla triste conclusione del primo semestre di governo Uliano che oggi è nella palude di questa situazione per nulla chiara.

Oltre a questa vicenda ha aggiunto Lo Sapio riteniamo di dover portare alla luce del sole altre questioni. Tra le tante le prescrizioni fatte dal MEF, i cui ispettori giunsero a determinate conclusioni dopo mesi di lavoro, quando in carica era ancora il sindaco D’Alessio. Ora, se la precedente consiliatura non ha provveduto ad affrontare quanto prescritto, è comunque compito di chi governa Pompei ottemperare alle indicazioni ministeriali. Ma anche in questo caso ci sono delle pesanti ombre.

Favoritismi e corsie preferenziali così evidenti sulle quali dobbiamo puntare i nostri riflettori.

È necessario, ad esempio, verificare il perché determinati ruoli, gli stage, destinati ai giovani, siano ricoperti sempre dalle stesse persone. Anche in questo settore ci sono delle prescrizioni da parte del Ministero dell’Economia e Finanze e devono essere rispettate».

Le esperienze formative, giustamente, sono destinate ai più giovani che in tal modo possono provarsi nel modo del lavoro acquisendo nuove competenze. Proprio in questa ottica bisogna offrire una possibilità a tutti evitando che a beneficiarne siano sempre i “soliti noti”.

«L’amministrazione Uliano continua il politico pompeiano evita di spiegare questo che riteniamo un ulteriore punto oscuro; saremo dunque noi di ElaboriamoPompei a fare chiarezza e la faremo con i nomi ed i cognomi. Tutti i nostri giovani devono avere la possibilità di aggiungere nel proprio curriculum anche questo tipo di esperienza, di attività».

Troppe quindi, a detta dell’ opposizione ad Uliano, le ombre che si addensano sulla vita amministrativa del comune mariano, non ultima la notizia giunta nei giorni scorsi relativa al danno erariale ipotizzato dalla Corte dei Conti.

«Si tratta certamente di una cosa “vecchia” commenta Lo Sapio ma non è giusto provare a sminuire il peso di questa ulteriore tegola caduta sulla politica nostrana. L’atto è stato compiuto e se palesa delle irregolarità è da condannare. In quel periodo ero presente in giunta e, non a caso, non ho mai votato quella delibera».

Provvedimento votato invece dall’attuale sindaco “trasparente” insieme a tanti altri politici, alcuni nel frattempo tramontati ed altri ancora presenti nell’assise di Palazzo de Fusco.

«Dopo sei mesi di amministrazione le somme vanno inevitabilmente tirate ed il risultato per la brigata Uliano è pari allo zero». Non lascia margini il commento di Lo Sapio che aggiunge: «Nell’interesse della città mi auguro che questi signori prendano atto della loro incapacità e giungano ad una ragionevole conclusione che non può che essere quella delle dimissioni e del ritorno alle urne.

Credo e temo che si dovesse continuare di questo passo per tutto il tempo di questa legislatura non potremo che prendere atto della morte di una città già, purtroppo, agonizzante. L’unica strategia che sembra riuscire al sindaco Uliano e alla sua amministrazione è quella elettorale. Forse sarebbe il caso di concludere i comizi, accantonare le promesse e cominciare ad amministrare. Purtroppo conclude l’ex assessore quello che è assolutamente assente è proprio la programmazione e la pianificazione dell’azione amministrativa. Troppi gli interrogativi: Casa Borrelli, parcheggi, cimitero, periferie. E se il ruolo di indirizzo è assente perché è una questione di volontà e capacità, dobbiamo prendere atto che all’amministrazione Uliano è sconosciuta anche l’altra faccia della medaglia amministrativa e cioè il ruolo di controllo».

Sicuramente sono presenti a Pompei una serie di problematiche lasciate dalla scorsa amministrazione, ma lamentarsi di non poter lavorare a causa di una triste eredità ricevuta dalle passate gestioni della cosa pubblica non è sufficiente a giustificare l’evidente immobilismo. Quando ci si propone come alternativa, come unica possibilità di cambiamento di rotta, evidentemente si conosce la situazione che si va a rilevare: ed è proprio per cambiare quella “eredità” che si chiede il consenso del popolo. Nel caso in cui, poi, non si è in grado di affrontare le difficoltà, non basta lamentarsi, scusarsi e vivacchiare, sempre per il rispetto che si deve agli elettori, bisogna dimettersi.

Gennaro Cirillo

 

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