Scafati Arancione: “Basta proclami, chiacchiere e complotti”

Francesco CarotenutoGli auguri per un buon 2015 da parte di Scafati Arancione arrivano tramite un dettagliato e singolare bilancio dell’anno passato ad opera degli attivisti Francesco Carotenuto, Raffaele Bicezio e Francesco Elefante.

Nelle loro parole tante critiche alla vita politica e amministrativa cittadina che ha caratterizzato il 2014 ma, anche tanta speranza per un anno nuovo che possa essere più positivo del precedente: “E’ stato un anno indimenticabile questo per la città di Scafati e speriamo che non sia l’ultimo senza commissari e senza scandali che decretino la fine della libertà politica della nostra comunità.
Noi speriamo solo che almeno il 2015 non ci riservi i regali che già il 2014 avevamo tentato di scongiurare. Speriamo infatti che non vengano più fatti attentati dinamitardi nell’indifferenza di questa amministrazione né tanto meno si facciano proclami su opere pubbliche o su fognature che non abbiamo ancora visto. Eppure era appena gennaio 2014 quando il sindaco faceva sapere che entro la primavera del 2014 avremmo avuto fognature nuove di zecca, sgravi sulle tasse e più sicurezza.

Speriamo che l’ospedale di Scafati riapra i battenti in maniera seria: tra febbraio e marzo 2014 il sindaco e il manager dell’Asl Antonio Squillante ci hanno deliziato con una serie di duelli continui sull’apertura oppure no del polo di eccellenza. Per adesso ne paghiamo le spese solo noi e il risultato è una città senza emergenza.
Speriamo che nel 2015 la città non debba più subire la vergogna di innumerevoli inchieste giudiziarie tra i rinvii a giudizio del sindaco per false delibere o della segretaria generale e dirigenti vari per concorsi truccati. Non vogliamo che il nome della nostra città sia ancora accostato a quello di personaggi loschi e dalle vicende giudiziarie troppo vicine ai casalesi.
Speriamo che nel 2015 non dobbiamo più vedere le tante emergenze povertà di questo paese aumentare insieme alle polemiche che il sindaco e la sua maggioranza hanno saputo inscenare solo per qualche voto in più.
Speriamo che finiscano i proclami su opere pubbliche come cattedrali nel deserto della povertà di questo popolo in ginocchio perché senza lavoro a causa di clientele e crisi, soffocati da tasse e da superficialità amministrativa.
L’estate piovosa scafatese è stata ancora teatro di bombe, attentati, scippi, furti e rapine e la risposta è stata solo silenzio. O peggio accuse infamanti tra politici su cui di cui a noi cittadini non importa nulla.
Dulcis in fundo, abbiamo ricevuto notizia della sentenza sul centro sociale di San Pietro contro il Comune ed in favore di Vincenzo Nappo. Ora come allora poniamoci delle domande:
Perché la sanatoria è stata accordata solo per l’abuso commesso dal sindaco stesso?

Se davvero questa vicenda porterà al risarcimento di 2 milioni di euro, chi pagherà? Si rischia il dissesto e la possibilità -concreta- che questo danno lo paghino gli scafatesi di tasca propria.
Riconoscendo in questa faccenda anche una responsabilità politica, sarebbe opportuno per il sindaco rassegnare le proprie dimissioni perché oltre ad assumere comportamenti differenti da persona a persona, – elemento già di per sé grave, in questo caso con la mancata concessione della sanatoria- rischia di provocare un danno alle casse dell’ente di enormi proporzioni.
Inoltre, ed è un altro elemento che inchioda il Sindaco, vogliamo ricordare che fu il primo beneficiario di alcune proprietà di Nappo per la sua campagna elettorale, ma d’altronde dovevamo aspettarcelo dal primo cittadino, che, una volta eletto, rinnegasse tutto pur si apparire agli occhi della città come il paladino della legalità, ma personalmente ci sembra più un don chisciotte riuscito male.
Ancora una volta, Scafati Cambia ma in peggio e noi vorremmo che la vera svolta ci fosse con l’arrivo del nuovo anno. Basta proclami, basta chiacchiere, basta parlare di complotti! Noi vogliamo sicurezza, rispetto della salute, correttezza, legittimità, legalità e trasparenza. Vogliamo meno tasse, più occasioni, giustizia ed equità sociale”.

Raffaele Cirillo

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