La Partita:
Un Napoli reduce dalla Supercoppa italiana che ha cambiato gli umori: dentro e soprattutto intorno. L’obbligo dei tre punti, per non farsi scappare Lazio e terzo posto, è un imperativo che cancella le scorie di fatica, feste e anche dolore (la morte di Pino Daniele, qui celebrata come si deve col minuto di silenzio) e le immagini con i video delle sue canzoni all’intervallo.
Benitez si sceglie qualche novità, visto che la prossima tappa sarà Napoli-Juve. A riposo Koulibaly, De Guzman preferito a Mertens, un meccanismo da rimettere in moto dinanzi al Cesena che ha una fame disperata di punti, e dei limiti che ben si conoscono.
Al pronti via Callejon e il suo destro non perdona.
La ricerca di un qualcosa, da parte cesenate, non regge l’impatto. E la facilità con la quale il Napoli trova il raddoppio al 40′ ne è l’emblema: rilancio di Rafael verso Hamsik a centrocampo, assist in verticale per Higuain, il tutto senza tracce di difesa avversaria: el Pipita scatta, scansa Leali ed è 2-0.
Nella ripresa il copione si ripete. Il Cesena lavora e lavora nel tentativo di scovare il gol-speranza: ci prova Brienza, ci prova ancora Hugo Almeida: qualcosa accade attorno a Rafael, ma all’impatto con le ripartenze degli uomini forti del Napoli non si regge. Al 22′ Higuain rifinisce per Hamsik, il diagonale è perfetto, forse finirebbe sul palo, o fuori, o in gol. A risolvere ci pensa Capelli in scivolata: tocca a lui siglare la rete dello 0-3, diremmo giustizia divina visto il rigore non visto da Massa a favore degli azzurri dove Capelli si aggiusta vistosamente la palla con la mano in area.
Per procedere poi con la rete dello 0-4 di Higuain al 72′ oramai le linee di difesa del Cesena non saltate. E vestire di troppo (troppi gol) una partita che Brienza al 75′, da fuori area, colora con quel pallido sorriso per dire: ci siamo anche noi. Niente di che: ammesso che l’1-4 sia meno amaro di uno 0-4 per i tifosi cesenati agghiacciati da questo Napoli strepitoso che lancia la sfida alla Juventus capolista.
Cosimo Silva