Non uno sguardo sul nulla,ma uno sguardo del nulla.
Non è più alto sentimento di vanità quello che Leopardi getta sul mondo,in cui tutto è nulla. Il nichilismo del Leopardi crea una metafisica del nulla. Le cose appaiono nella loro nullità del nulla che è uno sprofondare. La consapevolezza della condizione umana, porta l’umano l’esistente ad una verità di angoscia e dolore. Solo l’illusione aiuta a vivere. E l’illusione deriva dalla poesia che ha anche la funzione di consolatrice ed eternizzatrice. La poesia imita la natura,ne riproduce l’essenza,la sua logica interna, a tal punto che si può affermare che dove c’è la natura c’è l’imitazione. Leopardi distingue gli inganni della fantasia o immaginazione,dagli inganni dell’intelletto. I primi consistono in ciò che è vero ed in ciò che è falso,i secondi sono di quelli che vaneggiano e che sono in preda al delirio.
Si tratta quindi di sognare sapendo che si sta sognando. La verità non è sempre la stessa,ma è altro da sè,è figlia del divenire,della metamorfosi,della poesia, del nulla. Per Nietzsche la realtà storica è vita e morte,creazione e distruzione,saggezza e follia e il nulla non ha un significato nel senso comune del termine,ma vuol dire un nulla ricco,pieno che si svuota e si riempie ancora,di una energia vitale che porta ad agire. la dimensione più radicale dell’uomo,che sta alla base della speculazione filosofica e del fare poetico,è quella chiamata “esistentiva,perchè concerne al senso normale dell’esister dell’uomo.L’uomo è l’essere cosmico che non cerca di dare un senso solo alla propria vita ma anche a quella dell’umanità intera. La radice della nostra infelicità ,è nel desiderio d’infinito che restando inappagato,genera infelicità e malinconia. Leopardi già da molto giovane aveva capito che la poesia, l’arte per dilettarsi ed imitare la natura illude ed inganna. Nei confronti della così chiamata “pienezza dei tempi” hanno avuto lo stesso atteggiamento critico di repulsione e ostilità. Nietzsche e Leopardi, hanno nei confronti della propria epoca,comune ma anche convergente. Infatti, mentre Leopardi considera la massa e la giudica,con tono sarcastico.Nietzsche,invece, guarda alla massa con spirito aristocratico,antidemocratico e reazionario,definendola un coacervo di uomini rozzi,da cui nasce l’uomo superiore.Entrambi il filosofo e il poeta-filosofo,parlano di un incivilimento e decadenza delle sorti dell’umanità,l’unico rimedio per salvarsi è l’illusione.
Nietzsche afferma che c’è un uomo storico legato al presente passato e futuro,e un animale che non ricorda,dimentica e per questo non è inserito nella storia.Sia Leopardi che Nietzsche sono alla ricerca di una forza plasmatrice dell’universo e non di ciò che riguarda il singolo,s’interessano del mistero cosmico.
Alfio Ferri