Per districarsi nelle enigmatiche vicende del Parco Regionale dei Monti Lattari bisognerebbe chiamare i mitici Acchiappafantasmi. Solo i Ghostbusters cinematografici muniti di zaino protonico, in grado di catturare l’energia psicocinetica dei fantasmi, potrebbero far luce sul perché e il percome di questo ente ectoplasmatico.
Istituito nel lontano 2003, con Decreto dell’allora Presidente della Giunta Regionale della Campania Antonio Bassolino, il Parco dei Lattari in questi undici e passa anni di attività non ha mai funzionato. A dirla tutta, non ha mai funzionato come istituzione investita dell’onere e dell’onore di tutelare e promuovere la natura e il paesaggio di un territorio straordinario; mentre ha funzionato benissimo come scatola vuota da riempire, all’occorrenza, di interessi partitocratici.
A dimostrazione di quanto affermato basta sapere che in questi undici anni si sono succeduti alla “guida” dell’ente ben 3 presidenti di nomina politica (al principio fu Anna Savarese a cui successe Gino Marotta, nominati da Bassolino, sostituito nel 2011 dall’attuale Giuseppe Guida nominato da Stefano Caldoro) e nessun direttore, ovvero il tecnico che per statuto ha il compito di far funzionare il parco.
Proprio sulla figura del direttore grandi manovre sono state fatte dall’amministrazione Caldoro che nel 2013 ha modificato la Legge regionale (33/93), che regolamenta l’istituzione di parchi e riserve naturali in Campania, stabilendo che “Il Direttore dell’Ente Parco – non più assunto per concorso pubblico – è nominato dal Presidente della Giunta regionale ed è scelto tra i dipendenti di ruolo del personale regionale della carriera direttiva … e cessa dalla funzione contestualmente alla cessazione delle funzioni del Presidente della Giunta regionale che lo ha nominato”. Questa modifica, giustificata dal risparmio economico, ha messo in mano ai partiti anche la figura chiave del direttore ma non ha sbloccato la situazione della nomina, che presumibilmente toccherà al vincitore delle elezioni politiche regionali 2015.
In questo vetusto guazzabuglio amministrativo il parco ha continuato ad essere comoda pedina sulla scacchiera della politica locale. Il “pezzo” è stato, infatti, recentemente mosso: la giunta regionale del presidente Stefano Caldoro ha deciso, in modo sorprendente, di contraddire se stessa revocando la delibera con la quale lo scorso 8 agosto affidava la gestione del Monte Faito al Parco dei Lattari, per riaffidarlo ai comuni di Vico Equense e Castellammare di Stabia dei sindaci Gennaro Cinque e Nicola Cuomo. Una retromarcia che appare come un autentico schiaffo amministrativo al presidente Giuseppe Guida.
Dal canto suo il Parco dei Monti Lattari, privo del direttore, continua a esistere in una sospetta subnormalità. Alcuni lettori ci hanno segnalato una stranezza, da noi verificata, che desta non poche perplessità. L’Ente Parco dei Lattari nei giorni prossimi alle festività natalizie appena trascorse ha emanato un importante bando per “l’istituzione di un elenco di esperti per l’affidamento di incarichi ad alto contenuto professionale in affiancamento agli uffici dell’ente” con scadenza a fine anno.
Il legittimo dubbio, che getta un’oscura luce su questo provvedimento, sorge sulla tempistica dell’atto amministrativo. L’avviso pubblico redatto il 12 dicembre e con scadenza 29 dicembre 2014, è stato pubblicato sul sito web istituzionale (www.parcoregionaledeimontilattari.it) e perciò messo alla pubblica attenzione solo il giorno 18 dicembre. Come mai questo importante bando è stato pubblicato proprio nelle festività natalizie? Come mai, visto il poco tempo concesso agli aspiranti partecipanti (dalla pubblicazione del 18, i giorni lavorativi utili per accorgersi dell’avviso e presentare domanda di ammissione sono appena 8) al bando non è stata fatta maggiore pubblicità?
Tutte queste domande forse trovano risposta nella totale confusione in cui versa il Parco dei Monti Lattari, una disorganizzazione così evidente che – come ci segnalano alcuni cittadini – si palesa comicamente sul sito web dell’ente in cui sulla home page campeggia, in bella mostra, l’augurio natalizio del presidente. Peccato però che questo pensiero non sia quello del legittimo Giuseppe Guida ma di Massimiliano Mercede, presidente del vicino Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno.
Ferdinando Fontanella