“Come da me già sostenuto più volte – ha dichiarato Melisse – il piano casa è applicabile alla città di Castellammare per la zona territoriale 7 del PUT, a seguito dell’ allegato alla finanziaria regionale. Anche per questo sollecitiamo l’amministrazione comunale ad intervenire pubblicamente riconoscendo tale applicabilità. La legge sul piano casa nasce nel 2009 n. 19 poi modificata con la n. 01 del 05.01.2011. Detta legge è a tempo, infatti sono stati prorogati più volte i termini per la presentazione delle istanze, l’ultima proroga di due anni è stata approvata nel 2014 per due anni, con scadenza al gennaio 2016: ebbene resta un solo anno ancora (salvo proroga) per la presentazione delle pratiche”.
Purtroppo la politica stabiese ha paura di assumersi responsabilità (vedi anche caso VARANO dove nel buffer zone la nostra città è stata esclusa nonostante le pressioni di parte dell’amministrazione comunale e delle persone vicine al sindaco) e i cittadini non sono stati informati come dovere della pubblica amministrazione. Anzi c’ era un SILENZIO RIFIUTO non solo della politica.
Inoltre consiglierei di analizzare bene l’ art 4 BIS, introdotto nel collegato alla finanziaria (norma in vigore con l’ art 9 bis del regolamento edilizio di Firenze città il cui territorio è disciplinato da innumerevoli vincoli e che riconosce l’ assunto dell’ art 97 della Costituzione) assunto che sostiene “sarebbe contrario al buon andamento demolire un’ opera che può essere nuovamente assentita sulla base della differente disciplina urbanistica attualmente in vigore ( Cons Stato Sez VI , 12 novembre 2008, n. 5646)” , infatti – prosegue Melisse – “sarebbe palesemente irragionevole negare una sanatoria per interventi che sono legittimamente assentibili al momento della nuova istanza” ( Supremo Collegio Sen Sesta Sez n. 2835 del 07.5.2009”).
Nel concreto considerato che il piano casa consente l’ incremento del 20% della volumetria esistente (non dev’essere superiore a 1500 mc) quindi il max assentibile è di 300,00 mc parliamo di mq 70/80, qualora per una proprietà l’ opera abusiva rientri in tali parametri e la stessa può essere assentibile mediante il piano casa, credo sia inutile demolirla per poi richiedere il permesso a costruire per la stessa consistenza e successivamente realizzata dopo la demolizione. Si tratta di una questione di natura economica, ambientale (materiale a discarica) e semplificazione di atti amministrativi con operatività senza ombre da parte degli enti. Una semplificazione che consentirebbe di risparmiare tempo e denaro, conclude il consigliere.