Togliersi la giacca. Ed entrare nella vita. Nelle mille vite. Di una voce che narra.
E tutto intorno stampe e superfici illustrate in perfetto stile Art Noveau.
In un’intima stanza, con la luce fioca.
Ricreata nel foyer del Teatro Mercadante.
Sabato, 17 gennaio a mezzogiorno è stato inaugurato il ciclo di letture sceniche al “Caffè Némirovsky”, con la lettura del romanzo “Le Vergini”.
Interpretato dall ‘attrice Cristina Donadio.
Occhi magnetici. Intensi.
Energica. È fuoco. Brucia.
Inizia a narrare:
“Si erano amati, ma la loro non era stata un’unione felice…..Da sposati litigavano come amanti”.
Accompagna le parole, Paolo Colletta al pianoforte. Con le musiche di Rachmaninov.
E la trama, poco a poco si srotola.
Dopo un’appassionante storia d’amore, sfociata in un matrimonio di sette anni, Camille viene lasciata dal marito. Per un’altra. E ritorna nel paese natale, con la figlia. A cercare il conforto della sorella e due amiche. Tutte “zitelle”. E una nuova vita.
“Amare un uomo fino a questo punto, anche se si tratta di tuo marito, è peccato” . Si dispera l’attrice. Con la protagonista.
Riunite intorno al fuoco, Camille e le altre donne s’ interrogano sull’amore. In un susseguirsi di dubbi, teorie e postulati.
È meglio una vita tranquilla? “Ho la vocazione di stare in pace” cosí si difende la sorella dalla morsa della passione e dalla vita.
E la cauta amica Marcelle : ” Non ho mai desiderato l’amore, il matrimonio e la maternità. Conoscevo il rovescio della medaglia”.
O l’amore? E le sue tortuosita’, le sue sofferenze?
“L’amore nasce dal dolore e si nutre di lacrime. ..Avevo pianto. E lui beveva le mie lacrime”.
E mentre prosegue la lettura, dimentichi. E pensi di stare in un caffè. Per davvero.
Senti nelle pause, tra le note, quanto rumore fa la coscienza. E conti i battiti del tuo cuore.
E per metterlo a tacere, ti viene voglia di dire la tua ragione.
Un itinerario di 14 incontri di letteratura e musica -sette reading d’attrice; ognuno proposto in due diverse date- nato da un’idea di Luca De Fusco e a cura di Patrizia Bologna e Stefania Maraucci.
Attraverso l’emozione e la suggestione della lettura prendono vita le storie dei personaggi di Irène Némirovsky.
Dopo il successo durante la guerra, finita nell’oblio e nei campi di sterminio, la scrittrice è stata riscoperta nel 2004. Quando un suo romanzo inedito fu dato fortunosamente alle stampe.
Irène, oggi, è considerata una delle più grandi interpreti della letteratura del Novecento.
Sette attrici. Donne. Leggono una donna. Francese. Russa. Ebrea.
Donna. Che vive gli anni e la paura della guerra. E scrive. In un mondo di uomini.
Cinica; capace di descrivere i sentimenti con finezza e perfezione tecnica. Con cui fa rivivere la vita anteriore dei suoi personaggi.
Con la consapevolezza che il corso delle cose non può smettere di raccontare.
Non può essere dominato dall’uomo. Impotente di fronte all’istinto. Al desiderio.
Sette donne leggono l’insanabile conflitto tra l’opera e la vita. Quella vita che Irène ha saputo così crudelmente raccontare. E dalla quale non si è lasciata divorare. Ma ha saputo governare attraverso impeccabili regie narrative. Con parole di una semplicità mozzafiato. Scendendo nelle stanze buie dei tormenti. Degli errori. Del dolore e dei contrasti. Dei vissuti. E degli immaginati.
Calendario:
Al termine del reading, è possibile degustare comodamente nell’area bar Libri & Caffè – il bar libreria creato tutto in cartone e nato quattro anni fà dall”idea imprenditoriale dei librai Pisanti e Colonnese – i menú di cucina napoletana, proposti dagli chef del”Gambero di Montecalvario” e “Cuocheingiro”.
L’originale formula “Spettacolo più brunch”, al prezzo di 15 euro, offre agli spettatori la possibilità di assaggiare prodotti a km zero e diversi presidi slow food, latticini e gelati lavorati con il latte Nobile, nonché un’ampia selezione di vini campani.
Divertendosi a girare tra gli scaffali pieni di libri. Sul mondo del teatro. Dello spettacolo. E sulla città. Affiches. Stampe e cartoline d’epoca. E quanto altro concerne l’arte e la letteratura.
Un raffinato luogo d’incontro. Nel cuore di Napoli. Dove appagare la fame. Di cibo. E cultura.
Ornella Scannapieco