Il centro storico trasformato a supermarket dell’eroina con acquirenti giornalieri provenienti da tutta la regione, tossico dipendenti pronti a iniettarsi la dose quotidiana ad ogni angolo di strada, ostentazione di potere e lusso da parte di spacciatori e usurai (l’usura è stata da sempre la principale risorsa della mala ercolanese), cittadini terrorizzati da queste figure che di fatto impedivano di vivere con serenità la città. Poi il declino degli Ascione e l’ascesa dei diseredati, di quelli “a limite” da sempre con Giovanni Birra (capo dell’omonimo clan con lo pseudonimo di a’ mazza) e i fratelli Giacomo e Stefano Zero abili a reclutare ex tossici e balordi pronti a tutto pur di sbarcare il lunario. Ed ecco comparire auto blindate con uomini armati e tanto di scorta in moto di affiliati a delimitare il territorio, a far capire chi comanda a Ercolano.
Sangue tanto sangue , troppo sangue versato sull’asfalto da faide senza regola alcuna che hanno trasformato Ercolano in campo di battaglia. Oggi sul fronte sicurezza grazie al lavoro degli inquirenti e al coraggio delle associazioni presenti in loco la situazione è notevolmente migliorata: ma non basta. Tocca ai politici ora far risorgere Ercolano, ridare credibilità e produttività ad una realtà vesuviana alle corde. L’identità anagrafica di questi politici alla gente onesta poco importa : l’importante è che non siano scarni ricicli di quel mal governo per anni cieco e sordo nei confronti delle tragedie comunitarie, ovvero gli stessi figuri che illo tempore quasi si vantavano di certe assidue “frequentazioni”. Altrimenti “cambieranno” i parati ma la fatiscente casa rimarrà la stessa.
Alfonso Maria Liguori