Palazzo Fienga, dopo lo sgombero è attesa per le mura “anti-occupazione”

palazzo fienga poliziaTiene banco ormai da giorni la notizia dello sgombero di palazzo Fienga effettuato lo scorso 15 gennaio a Torre Annunziata con un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine. L’operazione è stata effettuata dai carabinieri del gruppo di Torre Annunziata, dai poliziotti del commissariato locale e dalla guardia di finanza in collaborazione con la questura di Napoli e la DDA. Questa operazione ha fatto si che i cittadini che abitavano lo stabile,varie volte ritenuto inagibile, fossero messi in sicurezza e che finalmente si smantellasse la roccaforte del clan Gionta.

In queste ore, dopo lo sgombero di oltre 50 famiglie dislocate tra la scuola di via Isonzo ed alcuni garage, è atteso l’ultimo tassello dell’operazione ovvero la realizzazione di barriere in muratura per evitare che palazzo Fienga venga nuovamente occupato. Lo sgombero ha suscitato anche polemiche soprattutto da parte del coordinatore cittadino di Sel Massimo Napolitano che ha rilasciato una dichiarazione esprimendo la sua perplessità riguardante il modus operandi del sindaco Giosue Starita “Per chi ha combattuto in prima linea la camorra negli anni ’80 organizzando le manifestazioni del movimento studentesco, non può che far piacere vedere il simbolo di quel potere restituito alla legalità. Ma non possiamo non evidenziare il fatto che il sindaco di Torre Annunziata ha emanato un’ordinanza di sgombero anche per chi non apparteneva ai clan camorristici e dove sono presenti numerosi nuclei familiari composti da donne, bambini, persone anziane e cittadini onesti.

La Giunta comunale nel novembre 2014 aveva deliberato la destinazione dei box di via Tagliamonte ad attività commerciali e associazionistiche. Ciò dimostra che il Sindaco non aveva nessuna intenzione di mettere in atto la prescrizione del Prefetto ed invece, solo per evitare di essere deposto dalla carica, ha destinato quei locali, inadatti ed insalubri, per supplire a questa situazione emergenziale che esso stesso ha creato. Ma le prescrizioni prefettizie sullo sgombero risalgono ad un anno fa (il 7 gennaio 2014), e non erano necessari questi metodi per gestire lo sgombero, Starita aveva tempi e modi per garantire che gli inquilini potessero avere una sistemazione più dignitosa di garage e scuole pubbliche. Diamo merito alla Procura, alla DDA e alle forze dell’ordine che questa mattina, con un ingente dispiegamento di uomini, hanno evitato che la situazione degenerasse ed hanno governato in modo efficace il trasloco supplendo a quelli che sono i doveri di un’amministrazione cittadina che dovrebbe lottare in prima linea, con i propri uomini, contro la delinquenza e non dovrebbe nascondersi dietro prescrizioni prefettizie.

Il Sindaco, che non si è preso la responsabilità esecutiva dello sfratto (infatti non era presente alla conferenza stampa dei procuratori di Torre Annunziata e di Napoli), aveva almeno il dovere di garantire alloggi dignitosi, in particolar modo agli inquilini non coinvolti nel malaffare.

A Torre Annunziata anche il palazzo del malgoverno dovrà essere sgomberato: Palazzo Criscuolo e gli abusivisti di potere che ne fanno parte devono restituire alla città un’amministrazione trasparente che fa della lotta alla camorra una bandiera e non solo il modo subdolo e furbesco per non essere deposti dal Prefetto.”

Gianluca D’Ambrosio

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