Gli autori sottolineano con dolore e durezza il dramma di una vicenda umana che certamente non fa onore al nostro civile paese, ma riescono anche a dar voce allo slancio vitale del compositore che si concretizza in un unico conforto capace di lenire il dolore della solitudine: la musica.
Massimo Masiello è ormai un artista consolidato nel panorama teatrale-musicale, ma al suo curriculum mancava una prova come questa, una pièce in cui la parola e la musica si cambiano agilmente di posto, entrando una nell’altra, uscendo una dall’altra con l’armonia di una partitura. L’attore, che dello spettacolo firma anche la regia, straordinario, passionale e dal poliedrico talento, passa con agilità dal recitato alla melodia, che incede sulle note di Bindi abilmente rielaborate ed arrangiate dai Letti Sfatti.
Insomma uno spettacolo da non perdere che ci conduce per mano in una vita, in una storia che ha la tessitura drammaturgica di uno spartito e che ripercorre con la sua architettura desueta e raffinata di passo in passo, di nota in nota l’umano esistere di un mago della nostra canzone.
Federico Orsini