Sant’Agnello perde un pezzo di artigianato e di storia commerciale: chiude i battenti la tipografia “La Grafica” di via Balsamo, situata al centro della cittadina. Per oltre quarant’anni è stata un punto di riferimento per centinaia di clienti, poi il crescente impiego delle nuove tecnologie digitali ha soppiantato i tradizionali sistemi per preparare i documenti da stampare. Le grandi commesse istituzionali, in passato esistenti ed oggi fondamentali per un tipografo, mancavano dal 1980 e sono state in parte compensate da quelle di aziende private come la Msc. Con velocità e grande tecnica il titolare Mario Giannico, originario di Vico Equense (in gioventù difensore della squadra di calcio del Vico prima di fare l’apprendista in una tipografia sorrentina) ha preparato fino a pochi giorni fa partecipazioni per cerimonie, inviti per eventi, locandine e manifesti, ma anche modulistica navale.
I biglietti da visita, poi, erano una chicca. Come ogni anno ha realizzato anche il calendario murale della tipografia, sempre chiaro, sobrio e con appositi spazi per le annotazioni quotidiane. I macchinari della stamperia classica in smantellamento sono stati appena venduti, mentre intere casse di caratteri mobili in piombo, finora gelosamente conservati, finiranno probabilmente al macero per rottamazione, così come quintali di caratteri più grandi per manifesti. Un patrimonio unico di altissimo valore, con rari e preziosi cimeli. Tra questi, un cliché in legno con fregi artistici del 1880 circa, realizzato per un agrumicoltore di Sorrento dai suoi predecessori dell’ex casa editrice D’Onofrio, a fine anni Sessanta ancora attiva ed operante in Piazza Sant’Agnello. Lo stesso Giannico prelevò, inizialmente con un socio, macchinari e materiale che furono di D’Onofrio “dopo un’asta fallimentare bandita dal Comune nel 1974”, riuscendo a continuare l’antica arte e riuscendo ad evitare che il paese costiero rimanesse senza una tipografia già allora. Un’attività proseguita con passione per tutto il 2014, sebbene il rapporto tra costi di gestione e ricavi fosse diventato ormai insostenibile. L’ultimo laboratorio tipografico di Sant’Agnello era strutturato in diversi reparti. In fondo, la linotype modello americano, come quelle dei vecchi film ambientati nelle redazioni dei giornali (ci si siede davanti ad una tastiera di novanta tasti per la composizione dei caratteri in piombo).
Al centro del negozio, la macchina Heidelberg piano-cilindrica, con i suoi rulli inchiostratori per manifesti, “pagata 22 milioni di lire nel 1988, destinata a finire all’estero” e la Heidelberg Stella (massima espressione dell’ingegneria tedesca, chiamata così per il sistema di pinze che, girando sulla macchina, disegna nell’aria una stella) dove sono stati stampati i piccoli lavori commerciali. Una pedalina ed altri macchinari, altrettanto degni di un museo a testimonianza dell’arte tipografica, furono venduti già in passato. Davanti alla porta a vetro d’ingresso, infine, l’ampio banco di composizione, la fornitissima cassettiera, alcuni riconoscimenti e gli inseparabili canarini. Con quest’attività , a Sant’Agnello si conclude definitivamente l’antica tradizione dei laboratori di stampa che lavoravano con il piombo ed anche una storia legata alla gloriosa casa editrice D’Onofrio. La tipografia resterà aperta ancora qualche giorno per completare lo svuotamento del materiale e riconsegnare il locale, poi si aggiungerà all’elenco di commercianti ed artigiani locali che hanno cessato attività pluridecennali.
Nello Pollio