Claudio D’Alessio ha negato ogni accusa ed ha spiegato la sua versione dei fatti. Proseguono gli interrogatori agli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Terra Santa” coordinata dalla Procura di Torre Annunziata e condotta dalla polizia di Pompei. Lo scandalo del cimitero, infatti, continua ad allargarsi, mentre il gip Emma Aufieri, che ha firmato le misure cautelari contro 9 dei 17 indagati, prosegue negli interrogatori di garanzia. Ieri è stato il turno dell’ex sindaco di Pompei, ascoltato per diverse ore alla presenza del suo legale, l’avvocato Gaetano Inserra. “Niente di illegale – ha detto D’Alessio – e nessun beneficio politico, quella esumazione era stata chiesta per una questione prettamente umana”. Una spiegazione, questa, non convince appieno il pm Rossella Annunziata, che aveva chiesto ed ottenuto gli arresti domiciliari per l’ex sindaco D’Alessio, accusato di induzione indebita a dare utilità.
Dopo aver ascoltato già venerdì scorso i primi due indagati, ovvero Carmine Casciano e Pasquale Cesarano (gli unici arrestati finiti in carcere), negli ultimi giorni il gip oplontino è passato agli indagati ora relegati ai domiciliari. In settimana sono stati ascoltati i due consiglieri comunali Attilio Malafronte e Ciro Serrapica, nonché il responsabile della “Mirca sas” Francesco Mirante e l’interratore Antonio Somma. Mentre Serrapica si è avvalso della facoltà di non rispondere, Malafronte ha voluto parlare a lungo, spiegando la sua posizione su diversi aspetti delle accuse a suo carico. Per entrambi pesano le accuse di induzione indebita a dare utilità, finalizzata all’esumazione contra legem, nonché quella di detenzione di armi.
L’attuale consigliere di opposizione Malafronte e l’ex presidente del consiglio comunale di Pompei Serrapica, infatti, durante un perquisizione della polizia sono stati trovati in possesso di armi: il primo di un fucile da caccia custodito male, in camera da letto su un armadio, mentre l’altro addirittura con una pistola non dichiarata. Contro Somma, invece, pesano le stesse accuse contestate in concorso ai dipendenti comunali Casciano e Cesarano, cioè di associazione a delinquere finalizzata al compimento delle esumazioni contra legem, alla corruzione, al falso materiale ed al vilipendio di cadavere. Nel frattempo, sono stati fissati i primi riesami: D’Alessio, Serrapica e Casciano saranno al tribunale della libertà il 2 febbraio.