Dopo aver ascoltato già venerdì scorso i primi due indagati, ovvero Carmine Casciano e Pasquale Cesarano (gli unici arrestati finiti in carcere), negli ultimi giorni il gip oplontino è passato agli indagati ora relegati ai domiciliari. In settimana sono stati ascoltati i due consiglieri comunali Attilio Malafronte e Ciro Serrapica, nonché il responsabile della “Mirca sas” Francesco Mirante e l’interratore Antonio Somma. Mentre Serrapica si è avvalso della facoltà di non rispondere, Malafronte ha voluto parlare a lungo, spiegando la sua posizione su diversi aspetti delle accuse a suo carico. Per entrambi pesano le accuse di induzione indebita a dare utilità, finalizzata all’esumazione contra legem, nonché quella di detenzione di armi.
L’attuale consigliere di opposizione Malafronte e l’ex presidente del consiglio comunale di Pompei Serrapica, infatti, durante un perquisizione della polizia sono stati trovati in possesso di armi: il primo di un fucile da caccia custodito male, in camera da letto su un armadio, mentre l’altro addirittura con una pistola non dichiarata. Contro Somma, invece, pesano le stesse accuse contestate in concorso ai dipendenti comunali Casciano e Cesarano, cioè di associazione a delinquere finalizzata al compimento delle esumazioni contra legem, alla corruzione, al falso materiale ed al vilipendio di cadavere. Nel frattempo, sono stati fissati i primi riesami: D’Alessio, Serrapica e Casciano saranno al tribunale della libertà il 2 febbraio.