Questa mattina, presso il tribunale di Torre Annunziata, il deputato del Movimento Cinque Stelle Luigi Gallo ha incontrato gli obbligazionisti della Deiulemar ed il Procuratore Alessandro Pennasilico. Gallo ha sottoposto all’attenzione del Procuratore la lettera con cui la Banca d’Italia interveniva sul caso della compagnia di navigazione di Torre del Greco. Sin dal 2000 la Deiulemar risultava essere stata coinvolta in indagini giudiziarie per esercizio abusivo dell’attività finanziaria a causa dell’intensa attività di raccolta del risparmio attraverso l’emissione di prestiti obbligazionari. All’epoca, gli inquirenti hanno chiesto informazioni all’Ufficio Italiano dei Cambi (UIC), allora competente per l’analisi delle segnalazioni di operazioni sospette. “Collaborazione della Banca D’Italia – ha spiegato Gallo – che sembra continuare negli anni successivi”.
Nel 2002, infatti, la Banca d’Italia forniva informazioni alla Procura della Repubblica in merito all’attività di raccolta del risparmio effettuata dalla compagnia, denunciando l’anomalo volume dei prestiti obbligazionari iscritti a bilancio negli esercizi 1999 e 2000. Mentre, sempre tra il 1999 ed il 2012, il nucleo speciale di Polizia Valutaria e la DIA ricevevano segnalazioni circa le operazioni sospette ed i movimenti “anomali” riguardanti la vicenda Deiulemar. “E’ dal 1999 – si domanda ancora il deputato Gallo – che la Procura e gli organi preposti sono informati dell’“anomalia” Deiulemar. Possibile che il caso sia esploso soltanto nel 2012?”.
Il parlamentare pentastellato aveva espresso le proprie perplessità sul caso anche all’ex ministro Orlando e al sottosegretario Ferri “nonostante il ministero della Giustizia abbia tenuto costantemente la bocca cucita sulla vicenda – ha ribadito Gallo -. Quest’oggi ho incontrato anche gli obbligazionisti Deiulemar, vittime di una corruzione quanto mai diffusa, che non crea terreno fertile per le imprese oneste e l’occupazione, sia a livello locale e regionale che nazionale. Mi hanno trasmesso una profonda indignazione, frutto della volontà dei partiti di rigettare la discussione sul pacchetto anticorruzione proposto dal Movimento Cinque Stelle al Senato e che prevede la riforma della prescrizione; il whistleblowing, ovvero un sistema di protezione per chi denuncia la corruzione; la reintroduzione del falso in bilancio; l’autoriciclaggio, che colpirebbe il riutilizzo dei capitali indebitamente percepiti o comunque frutto di corruzione; l’aumento della pena prevista per il 416ter, la legge che punisce lo scambio politico mafioso”.