Il Comune di Terzigno ha indetto attraverso la Sogesid un bando di circa tre milioni di euro per “ripulire” la discarica di Cava Ranieri. Una svolta apparentemente storica, perchè è dagli anni ’80 che si attendono interventi, che sottrarrebbe all’immondizia e all’incuria alcune ville romane antiche.
La notizia, ovviamente, non ha lasciato indifferenti quei cittadini che tengono viva l’attenzione su Cava Ranieri e che si battono per la bonifica del sito e l’apertura di un parco archeologico, geologico e naturalistico, come lo studioso Gennaro Barbato del Comitato Civico Vesuviano e il giornalista e attivista di Terzigno Francesco Servino che ha lanciato una petizione online.
Per Gennaro Barbato “è assurdo che vengano spesi così tanti soldi per una proprietà privata. La mossa più logica e sensata per procedere come si deve alla bonifica e alla riqualificazione di Cava Ranieri deve essere senza dubbio l’acquisizione dell’area da parte del Comune. La cava va prima acquistata e poi vanno fatti i lavori, solo così potrà esserci la garanzia che non verrà sprecato ulteriore denaro pubblico e che tutti i cittadini, un domani, possano usufruire liberamente del sito”.
Gennaro Barbato ricorda che per le ville romane “fino ad ora è stata spesa una cifra che si aggira attorno al milione di euro, eppure i cittadini vesuviani non possono usufruire di questo immenso patrimonio storico. Se l’amministrazione di Terzigno è incapace di provvedere a una ricchezza simile che intervenga un commissario. Apprendo inoltre che vogliono fare dei saggi di scavo inutili vicino alla seconda villa: sarebbe molto più sensato farli vicino alla prima villa, quella su cui sono crollate tutte le impalcature, perchè lì nei pressi, con molta probabilità, è presente un’altra villa. Stando alle dichiarazioni riportate dai giornali, inoltre, per il sindaco-senatore Domenico Auricchio “l’opera di bonifica della discarica ex Cava Ranieri è realtà”: non è vero, siamo fermi ancora ai proclami e temo possa essere una trovata da campagna elettorale”.
Francesco Servino: “Di recente sono stato contattato da diversi parlamentari che, almeno apparentemente, si sono interessati alla petizione su Cava Ranieri. Gli unici che non si degnano di avere un colloquio con noi cittadini sono il sindaco e l’amministrazione comunale, eppure se non fosse per pochi di noi nemmeno si parlerebbe di quel disastro”.
“La discarica di cava Ranieri si trova nel bel mezzo del centro abitato di Terzigno e nel Parco Nazionale del Vesuvio: è una zona in cui sembra evidente il nesso di causalità con i tumori. Le stime parlano di 15mila tonnellate di rifiuti presenti nella cava, ma di che tipo di rifiuti si tratta? Dove sono tombati e come avverà la rimozione? Alcuni di essi sono sicuramente tossici, come verranno trattati? I cittadini hanno bisogno di garanzie, la bonifica deve avvenire in totale sicurezza: purtroppo Terzigno si è guagnata di nuovo la ribalta nazionale, di recente, perchè voleva realizzare una pista ciclabile con l’eternit, una follia pura per fortuna bloccata dai carabinieri. Bisogna sempre preoccuparsi di fronte a certe dichiarazioni. Siamo il paese in cui non c’è una sola strada percorribile, pieno di buche: come vogliamo portarli i turisti nella cava, col fuoristrada? Secondo me i cittadini non sono stupidi, hanno capito come stanno le cose”.
Di recente una signora di Pompei ha rifiutato una proposta stratosferica da parte dell’uomo più ricco del mondo, Bill Gates, il miliardario fondatore di Microsoft, che intendeva acquistare una piccola necropoli romana nel suo terreno: “Se l’amministrazione comunale di Terzigno non è capace di provvedere a Cava Ranieri” concludono Barbato e Servino “allora intervenga pure un imprenditore straniero che acquisti la cava e si impegni a bonificarla, almeno così si creano dei posti di lavoro e si può garantire un benessere e uno sviluppo legato al sito archeologico, una prospettiva che sembra assolutamente non trapelare da tutte le dichiarazioni rilasciate da sindaco e amministratori. Si apra al più presto un tavolo di confronto”.