Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati, nonché membro del “Direttorio” del M5S e il responsabile del Movimento della cittadina di Mariglianella, l’architetto Leopoldo Esposito, si sono recati nella giornata di domenica davanti al deposito di veleni incendiato nel lontano 1995 e sito proprio in Mariglianella. In mattinata, i due esponenti pentastellati hanno annunciato l’intenzione di richiedere l’avocazione giudiziaria del caso “Agrimonda”, la fabbrica chimica di pesticidi esplosa il 18 luglio 1995, uno dei centri nevralgici della Terra dei Fuochi .
“La procura di Nola è rimasta silente dinnanzi alla nostra denuncia, insieme al grido di aiuto di un’intera popolazione: abbiamo chiesto e depositato il trasferimento dell’indagine al tribunale di Napoli”, affermano i grillini, a cui non è piaciuto affatto il comportamento assunto dalla procura, che finora non si è pronunciata su quelle tonnellate di fitofarmaci e di pesticidi per l’agricoltura arse dal disastroso incendio tossico avvenuto ben vent’anni or sono, quattromila metri cubi di veleni che sono ancora lì. “Nessuno si è mai mosso”, aggiungono, “nonostante le promesse di bonifica fatte nel 2012 dal sindaco di Mariglianella”.
“La gente qui continua a morire di cancro”, racconta l’architetto Esposito, “Ecco perché abbiamo chiesto l’avocazione dell’indagine alla Corte di Appello di Napoli”. C’è anche un’altra situazione che non sta andando proprio giù agli esponenti del Movimento Cinque Stelle e a vari rappresentati di comitati e associazioni della Terra dei Fuochi. Si tratta del dirottamento dei fondi governativi, in un primo momento destinati ai territori campani vittime dell’interramento dei rifiuti tossici, verso l’Expo che si terrà quest’anno a Milano.
Giovanni Di Rubba