SCAFATI – Per poco più di due mesi è stato l’allenatore della Givova Scafati. Era giunto sulle sponde del fiume Sarno, dopo esperienze importanti e risultati altisonanti conquistati sulle prestigiose panchine di Sant’Antimo, Caserta, Capo D’Orlando, Matera e Reggio Calabria, tanto per citarne alcune. Nonostante un eccellente precampionato, la sua permanenza alla guida del sodalizio gialloblù è durata poco più di due mesi, a causa di un calendario che lo ha immediatamente posto di fronte ad alcune delle migliori compagini della categoria, compromettendone i risultati. La pazienza di attendere tempi migliori non gli è stata concessa e così coach Francesco Ponticiello si è visto dare il benservito dopo appena quattro giornate. «Difficile fare un bilancio di una stagione che finisce il 18 di ottobre, dopo solo tre settimane – ha esordito il tecnico di origini napoletane – quando ora una squadra come Tortona, che allora ci era dietro, continuando con il medesimo allenatore e cambiando un solo giocatore, è quarta e lanciata verso i play-off per la Lega A. Diciamo che ho vissuto un esperienza estrema, con il primo esonero in carriera, ma in questo lavoro tutto è formativo, non mi piango di certo addosso».
Forse in maniera frettolosa e senza pensarci troppo, forse per incompatibilità con i senatori della squadra, all’occhialuto tecnico campano non è stata data la possibilità di capire fin dove potesse arrivare la sua squadra. «Se si sommano i numeri dei miei due mesi a Scafati, dalle partite di campionato alla pre-season, viene fuori un totale di 9 successi in 13 partite, che oggettivamente non motivano in nessun modo un provvedimento di esonero. In realtà – ha proseguito – questo è stato preso sulla spinta emotiva di un avvio in campionato che parlava di un solo successo e tre sconfitte. Non si è valutato allora quanto difficile fosse il calendario iniziale. Il fatto che nelle prime quattro partite di ritorno, una Givova dall’organico oggettivamente molto più forte, abbia avuto il medesimo saldo, dice però più di tante parole. Probabile che addirittura il positivo pre-campionato avesse funzionato a rovescio, illuso sull’effettiva competitività del roster. Alla fine, senza polemica, tutto ciò ha fatto in modo che il sottoscritto, uno che a questi livelli ha ottenuto risultati che in pochi sono stati capaci di ottenere, oltretutto in piazze complicate, è stato valutato come una specie di esordiente. Non lo meritavo, anche i risultati successivi, per niente positivi, lo dimostrano. Ma ora mi guardo solo avanti. Il passato è passato».
Quella che oggi sta finalmente alzando la testa, si sta ritrovando nello spirito e nell’ardore, per chiudere nel migliore dei modi il campionato di serie A2 Silver e conquistare un posto di diritto nella serie A2 unificata della prossima stagione agonistica è tutt’altra squadra rispetto a quella che si è radunata lo scorso agosto, soprattutto quanto ad organico. «Quando una squadra cambia cinque giocatori su dieci – ha incalzato – assume fisionomia completamente diversa. È un’altra squadra. L’arrivo di giocatori importanti, uno su tutti Spinelli, ha cambiato radicalmente la Givova, anche dal punto di vista delle gerarchie interne».
Sta impiegando molto tempo la Givova Scafati per risollevarsi dal torpore di una stagione fin qui piuttosto deludente e neppure la precedente gestione di coach Putignano è servita a cambiare le sorti del campionato. «Anche se la squadra già dall’estate aveva una buona struttura e giocatori anche di categoria superiore, l’essere transitati per una stagione di D.N.B., che è un campionato davvero diverso dalla A2, ha ingenerato equivoci ed attese eccessive. Questo è un campionato molto più difficile della B – ha continuato Ponticiello – in cui magari con dieci sconfitte si arriva ai play-off. Invece, a Scafati si è ingenerato da settembre, già dal torneo vinto ad Agropoli, un clima negativo che ha nociuto molto. Sicuramente lo ha fatto nel periodo che ho vissuto in prima persona, l’unico che, per motivi di opportunità e buonsenso mi sento di giudicare».
Nonostante un lungo periodo di empasse, l’impressione è che ora la formazione gialloblù abbia trovato la quadratura del cerchio e si stia avviando ad un finale di stagione in crescendo in una serie A2 Silver, che per certi versi resta ancora indecifrabile. «Ci sono gerarchie assai poco definite, o meglio, che cambiano ogni settimana. Squadre come Tortona, Recanati, Ferrara, che fino a dicembre parevano destinate ad un torneo di centro classifica, sono ora stabilmente in zona play-off. Ma il fenomeno più interessante è Treviglio, che vincerà a mani basse il premio Under, quello che lo scorso anno avevo vinto a Reggio e porta ben 90mila euro nelle tasche della società, ma è anche in corsa per la prima piazza. Una conferma di come la gioventù e la freschezza fisica aiuti più dei nomi ad effetto a fare bene. Scafati farà invece un finale di stagione in crescita. Con l’organico attuale – ha chiosato – non credo proprio che rischi i play-out».
Antonio Pollioso