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Tutto passa, Sanremo pure prima

festival-sanremo-2015-regolamento-2Se è vero che il tempo inclemente spazza via tutto, possiamo dire che nel caso di Sanremo, il festival è parso passato anche senza l’intercorrere del tempo.

Una manifestazione attesa per mesi, di cui si inizia a parlare molto prima, è sembrata giunta alla fine, a me, già dalla terza serata. Non ci si poteva aspettare che un Sanremo sufficiente da Conti, ligio al dovere senza attimi di incertezza e senza lasciarsi andare a una emozione, anche se aspettava e sperava gli si affidasse la conduzione della kermesse da anni. Ai poveri giornalisti non è stato dato uno scoop, un qualcosa di cui scrivere il giorno dopo come invece fu negli anni della conduzione della Clerici e di Fazio. In quei casi, complici gli ospiti e le stesse interviste fatte loro dallo stesso conduttore, ci si divertiva di più.

Non è stato un festival rischioso. Uffa! “Dimmi perché quando penso, penso solo a teeeee?”.

Io lo ho definito il festival delle riconciliazioni, da Albano e Romina fino ad Arisa coi tacchi. Ma è stato anche il festival delle riesumazioni: Raf, Nek, Grignani, Masini, Grandi e Fabian. Gli anni passati si vedevano tutti sui loro volti e sullo stesso genere di canzoni proposte. Grignani la ha sempre su col mondo, Fabian è ferma anche nella cover-ricordo ad “Adagio”, Nek è sempre impellettato, Raf e Masini cantano l’amore e Grandi annoia. Comunque, abbiamo i vincitori, “Il Volo”, che possono rappresentarci all’EuroFestival, che lo scorso anno assegnò la vittoria a Conchita Wurst, la cantante con la barba, per intenderci. Occorre che i tre giovani, per emergere tra le giovani voci europee, ingegnino una qualche stramberia, esclusa la barba ché giocherebbero in casa, avendola in serie. Un mantello? Un brano rock-lirico-metal? Un testo dedicato a Renis e Cenci che tanto lamentano un non ringraziamento verso chi ha lanciato “Il Volo”? Vedremo…

E nel mondo succedono cose strane. Dopo l’attacco alla redazione del giornale satirico francese e dopo le pagine e i giorni di “je suis Charlie”, nessuno si è sentito per un attimo danese, come è ‘sta roba?

C’è stato un attacco anche ai danesi, proprio mentre ricordavano i morti in Francia per mano del terrorismo, i cittadini sono scesi in piazza e qui non un #oggisonopuredanese? Che strani siamo noi. L’Isis fa sapere che è al sud di Roma, il Vaticano è nel mirino degli squinternati e le prime notizie che i tiggì passano sono dedicate alla genericità dell’apporto italiano in materia terroristica o, meglio, al caso Gambirasio o Ceste. Non vorrei azzardare, ma la D’Urso (e pure la Parodi, eh?), in fatto di cronaca batte tutti i notiziari messi assieme. Ha scoop che piovono come arance e uova  birichini e carnevaleschi.

Roxie Hunt ha lanciato un guanto di sfida agli shatush. Oltre alla decolorazione parziale alle chiome, la stramba donna ha proposto una location nuova a cui dare colore. Ebbene, nell’ estate 2015 spopoleranno i peli delle ascelle colorate. I brand specializzati nella estirpazione del pelo infame dichiarano guerra alla Hunt, già proiettati nel futuro, nel caso l’infoltimento divenisse trendy ovunque.

Stramberie americane. Per logica come poteva non essere folle la popolazione con una dirigenza che sforna normative impensabili?

Nel Colorado, ad esempio, una legge vieta agli uomini di baciare le donne, anche se proprie donne, mentre stanno dormendo. Invece, in Alabama è assolutamente proibito sedurre una donna casta con inganno, tentazione, semplici complimenti, capacità artistiche o proposte di matrimonio.

Ho pensato subito a come si possa capire che una donna sia o meno casta. E se questa legge sia disattesa.

Continua, eh? In Indiana chi ha la “tendenza abituale a baciare altri esseri umani” non può portare i baffi,  in Kentucky una donna non può circolare in bikini in autostrada, sempre che non sia scortata da due poliziotti e armata di un bastone. E di molte altre non posso scrivere ché il giornale è per tutti.

Alla fine se Siani dà del ciccione a un ragazzetto in mondovisione, se Pintus strapazza le interiora coi soliti gargarismi e se il cuore della D’Urso è con noi, ancora e purtroppo, non sta andandoci poi tanto male.

Rileggendo il pezzo può sembrare che la abbia con la D’Urso. Ebbene, non è sbagliato.

Anna Di Nola

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