Chissà in quanti, tra i lettori dei quotidiani, hanno prestato l’attenzione dovuta alla notizia riportata nelle pagine di “Economia” di numerose testate nazionali: «Le banconote da 500 euro – sottolineava il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco – vengono portate qui (alla banca, ndr) per essere versate ma non vengono più prelevate per essere spese da noi (italiani, ndr)». Guardate! Una «notizia non notizia» che fa più rumore di una notizia! Che vuole dire? Che la Banca d’Italia, fatti i suoi conti, rovistato nei suoi depositi, scavato nelle casseforti, ha accertato che là dentro ci stanno conservati un sacco di bigliettoni da 500 euro! E, fatti i dovuti ragionamenti e le necessarie indagini ha pure concluso che, udite udite, quei bigliettoni non vengono usati “correntemente”.
Guardate! E io, italiano “normale” di Napoli (o di qualunque altra città di questo Bel Paese), mi domando (e chiederei risposta a chi mi vorrà illuminare): che faccio? Me ne vado camminando con in tasca una banconota del valore d’un milione del vecchio conio? E che ci devo comprare? Due chili di alici dal pescivendolo di fiducia? O quattro pizze Margherita e dieci panzarotti nella pizzeria sotto casa? E non è che invece faccio la felicità del primo mariuolo scafesso che mi mette le mani in tasca, mi sciucculéa e fa tredici quella mattina.
Guardate! Qua già scialiamo a mariuncielli, ci manca pure che li andiamo ad eccitare con una banconota da 500 frusciante. E poi, diciamocela tutta: c’è qualcuno che un “500” euro non l’ha mai nemmeno visto in televisione. Eh si che là fanno vedere di tutto. Persino il festival. E c’è ancora un altro problema: quando cerchiamo di spenderla, il minimo che ci capita, se il commerciante non ci conosce per brave persone, è quello di farci portare in caserma, per accertamenti, da una “gazzella” dell’Arma prontamente, e giustamente, chiamata. «Sono crollate» hanno ancora affermato a Bankitalia, sempre a proposito dello scarsa, o nulla, movimentazione dei tagli grossi «anche le banconote da 200 euro». Signori, qua è crollato tutto. La gente, la maggioranza, fa fatica ad arrivare alla quindicina del mese con i pochi biglietti da dieci e quindici euro che gli entrano in tasca… figuriamoci se può permettersi di vedere un foglietto da 500: roba da far venire le palummelle davanti agli occhi. Qua si viaggia “a centesimi”, per tantissimi.
«Persino le cento (in circolazione, ndr.) si stanno riducendo» hanno rincarato. ‘O vvi’!?. Dice: ma quelli all’estero le usano. E quelli all’estero non stanno come noi. Beati loro. Che vogliamo fare, ci dobbiamo tagliare le vene perché non teniamo un cinquecentone a portata di mano? Ma poi, se proprio volete farle circolare, se proprio vi dispiace che queste “benedette” s’impigriscano, sonnolente, nei depositi, non dovete fare altro che aprire le casseforti e distribuirle. Ce ne sono tante: l’avete detto voi. Una ventina per italiano bastano. Ne riceverete, di benedizioni. Anche di grosso taglio. Spendibili tra Paradiso e Purgatorio. Magari a “babbo morto”.
Carlo Avvisati