Lunga l’attesa per una camera di consiglio di circa sei ore che si è chiusa con un verdetto di condanna per l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio. Il processo è quello sul restyling di Piazza Schettini e della “Fonte Salutare”.
La seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata, presieduta da Maria Rosaria Aufieri, ha accolto le richieste della pm Rossella Annunziata, condannando D’Alessio a due anni di reclusione, con pena sospesa, interdizione dai pubblici uffici e una provvisionale da 5mila euro. Stessa sorte è toccata a Carmine Lo Sapio, assessore dell’avvocato-sindaco sino al 2009, e per il cognato di quest’ultimo, Raffaele Matrone, proprietario di un chiosco bar risultato abusivo, struttura dalla quale è partita l’inchiesta sulle varianti irregolari al progetto per i lavori di ristrutturazione dell’intera area alle spalle di Palazzo de Fusco.
Un anno e mezzo, la condanna per Andrea Nunziata, all’epoca dei fatti dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale di Pompei.
Contrariamente alla richiesta di otto mesi di reclusione, è invece giunta l’assoluzione piena per gli ex assessori, e attualmente consiglieri comunali, Gerardo Conforti e Alberto Robetti, nonché per gli altri due ex componenti dell’esecutivo, Antonio Ebreo e Giovanni Fusco. Assolto anche il geometra Gerardo Gallotta per il quale, nel frattempo, era giunta la prescrizione.