Mercoledì 4 marzo 2015 si è tenuto a Roma presso la direzione generale archeologia del ministero dei beni e dell’attività culturali e del turismo un incontro tra il sindaco Nicola Cuomo, il prof. Massimo Osanna, soprintendente speciale dell’area archeologica di Pompei Ercolano e Stabia, e il dr. Gino Famiglietti, direttore generale archeologia del citato ministero, per affrontare la problematica del protocollo d’intesa (trasmesso dall’ente in data 13.08.2014 alla soprintendenza) per la tutela, conservazione e valorizzazione del sito archeologico stabiese e la riqualificazione urbana dell’area di Varano interessata da insediamenti abusivi.
Il sindaco Cuomo, all’esito dell’incontro, ha dichiarato quanto segue: “Dopo la nota del 5.12.2014 del soprintendente prof. Osanna che subordinava l’eventuale stipula di un protocollo d’intesa sul problema degli insediamenti abusivi all’esito delle decisioni del giudice amministrativo, ho insistito perché si potesse chiarire ai dirigenti del ministero il nobile intento dell’amministrazione di salvaguardare, non comprimendolo, l’interesse collettivo primario di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico, armonizzandolo contestualmente con l’ulteriore interesse collettivo di riqualificare una vasta area di territorio cittadino deturpata dalla presenza di insediamenti abusivi, mediante la redazione di un piano che recuperi, nei limiti del possibile, gli stessi; con ciò contemperando i superiori interessi pubblici con quelli dei privati proprietari di beni immobili.
Il prof. Osanna si è gentilmente fatto promotore dell’incontro romano in cui si è riaperta l’ipotesi di addivenire ad un’intesa per consentire di accertare la possibilità, a seguito delle risultanze delle più moderne indagini geoarcheologiche, di eliminare e/o declassificare i vincoli attualmente insistenti sull’area, nel caso di probabilità minime e/o non significative di rinvenimenti archeologici.
Si è discusso inoltre del progetto di apertura definitiva e stabile del museo archeologico stabiano presso la reggia di Quisisana nonché di verificare la possibilità di aprire in tale sito una scuola di formazione per operatori nel settore del recupero dell’immenso patrimonio archeologico.”