Bagnoli futura: figli e figliastri? L’interrogativo che attanaglia la periferia napoletana

BagnoliBagnoli  futura: figli e figliastri? Questo l’interrogativo che attanaglia imprenditori e commercianti della popolatissima periferia partenopea.

Sembra infatti che per alcuni si spalanchino le porte di agevolazioni fiscali e fondi per potenziare le attività mentre per altri tali incentivi restino mere chimere. Ancora una volta ad essere chiamato in causa è il globe trotter della domenica non che sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il magistrato che sulla carta tanto aveva promesso in materia di trasparenza e innovazione ma che poi alla resa dei conti poco o nulla ha prodotto per rilanciare la sana produttività partenopea.

Solito ritornello: se non appartieni a Napoli non conti niente, se non possiedi non hai voce in capitolo, se non godi della benedizione massonica o del politico da novanta, implodi miseramente su te stesso. Ecco spiegate le posizioni dirigenziali ricoperte da personaggi quanto meno discutibili, in possesso di licenza media  inferiore e incapaci del sia pur minimo gesto umanitario nei confronti della comunità.

Il neo laureato “onesto” si imbatte a Napoli spesso in questi figuri, sovente panciuti e arroganti, che con fare beffardo deridendo i sacrifici del “povero dottore” rinfacciano allo stesso l’incapacità di adattarsi, ovvero di “arrangiarsi” al sistema in barba al titolo di studio. Questa la società che abbiamo costruito anno per anno, questo il sistema bacato che soffoca i giovani napoletani rubando sogni e speranze a chi ancora crede nella propria realtà d’origine.

Una drammatica farsa: non basta una vita per quanto meno limitare i danni provocati alla periferia di Napoli e alla città tutta da amministratori delinquenti, cinici e accattoni che hanno trasformato gran parte del territorio in un atollo di inefficienze e disservizi nascondendosi di volta in volta dietro il “rosso o il nero” di un credo politico che in realtà nasce con ben altri ideali e finalità sociali (sia pure ovviamente discutibili in entrambe le “colorazioni”).

In sintesi: A.A.A. cercasi disperatamente “onestà”, firmato Napoli.

Alfonso Maria Liguori

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