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Auto scassinate per rubare documenti e carte d’identità: allarme nel Vesuviano

ladri autoMentre ancora non si ferma l’ondata di caos e paura causata dall’escalation di furti nelle periferie di Scafati, Boscoreale e tanti altri comuni limitrofi, nell’hinterland vesuviano incombe una nuova minaccia.

Con alcuni casi denunciati dall’inizio del mese di marzo nelle periferie di Terzigno, hanno preso piede anche nelle nostre aree i furti di documenti dalle auto lasciate incustodite;

l’ultimo, avvenuto nello scorso weekend in via Giovanni XXIII, nel quale la banda di ladri ha scassinato una Fiat punto per accaparrarsi il bottino di carte, certificati e scartoffie.
Con alcuni casi riportati lo scorso anno in alcune aree della Lombardia, dall’inizio del 2015 questo tipo di furto è giunto anche in Campania, con i primi episodi denunciati a febbraio nel Beneventano.

Le organizzazioni che sono responsabili di questi reati, prendono di mira le auto, soprattutto nelle ore notturne, e, scassinando le portiere o distruggendo i finestrini, si introducono all’interno degli abitacoli per sottrarre ogni tipo di documento su cui riescono a mettere le mani.

Nel mirino dei delinquenti cadono tutte le documentazioni inerenti al veicolo come carta di circolazione, bollo, assicurazione, attestazione di proprietà, ma anche qualsiasi documento di identità oppure ricevute fiscali e cedole delle tasse. A destare il sospetto che dietro questi furti ci sia un vero e proprio “sistema” è il fatto che, come nel caso del furto nel comune di Terzigno così come nei precedenti analoghi, i ladri ignorano qualunque altro potenziale bottino presente nelle automobili, come per esempio occhiali, oggetti di valore o banconote.

Non è ancora chiaro in che modo i rapinatori utilizzino i documenti rubati, molto probabilmente per favorire truffe ai danni di assicurazioni o, nella peggiore delle ipotesi, per commettere veri e propri furti di identità; intanto su questi casi sono al vaglio dei carabinieri della stazione di Terzigno che hanno già avviato le indagini.

Raffaele Cirillo

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