Ciclo integrato dell’Acqua: il no di Baldi al passaggio di Cava de’ Tirreni all’Ato3

Giovanni BaldiIl consigliere regionale Giovanni Baldi è fortemente contrario all’eventuale approvazione da parte del Consiglio regionale del Disegno di Legge n° 477 in materia di “Riordino del Servizio Idrico Integrato”, perché nel suo testo, licenziato dalla VII Commissione consiliare permanente lo scorso 19 febbraio, è previsto il trasferimento del Comune di Cava de’ Tirreni dall’ATO 4 (Sele) all’ATO 3 (Comuni Vesuviani e Agro Nocerino-Sarnese) e di conseguenze il passaggio dal precedente gestore unico AUSINO Spa alla Gori.

“Sono almeno due le motivazioni che mi spingono a non essere d’accordo con quanto previsto dal disegno di legge in procinto di essere votato in Consiglio regionale e con le posizioni dell’assessore all’Ambiente e al Ciclo integrato delle Acque Giovanni Romano- ha sottolineato il consigliere Giovanni Baldi- In primis perché si va contro la storia secolare del nostro Acquedotto dell’Ausino, creato dal marchese Atenolfi, sindaco della città di Cava agli inizi del ‘900. Non si può articolare gli Ambiti Territoriali di Ottimizzazione senza tener conto di questa radice forte che esiste tra la vallata metelliana e quel Consorzio che da sempre porta dalle sorgenti di Acerno l’acqua in città.

In secondo luogo, e in un momento di grandi difficoltà economiche per tutte le famiglie, perché si registrerebbe un forte aumento delle tariffe per le utenze, sia private sia commerciali, che stando ai dati raccolti confrontando le tariffe in vigore si attesterebbe fino a oltre il 50 per cento per le utenze domestiche e anche del 100 per cento per quelle commerciali. Mi auguro che ci si ravveda e che si torni indietro in tempo. Farò tutto quanto in mio potere per oppormi a questo trasferimento”.

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