Duecento smartphone per dipendenti, consiglieri ed assessori di San Giorgio a Cremano

Comune San Giorgio a CremanoDuecento sim telefoniche ed altrettanti smartphone, tablet ed ipad sono stati consegnati da un ufficio del Comune, molti dei quali agli amministratori locali di San Giorgio a Cremano. Un ordine d’acquisto per un valore finale di oltre 100mila euro a seguito di un nuovo contratto sottoscritto tra il Comune e la compagnia telefonica Wind, che ha recentemente sostituito il contratto Consip 5.

Il Movimento Cinque Stelle di San Giorgio a Cremano vuole vederci chiaro e denuncia i punti oscuri del cambio di gestore della telefonia mobile e del recente acquisto degli apparecchi elettronici. “Tutti i cittadini di San Giorgio – spiega Danilo Roberto Cascone, candidato sindaco per il M5S – dovrebbero sapere a chi sono stati consegnati i 200 apparecchi e le relative SIM. Ora mi chiedo se, una volta decaduta l’amministrazione, con le dimissioni del sindaco, i consiglieri e gli assessori restituiranno gli smartphone, i tablet e gli ipad che ovviamente non gli serviranno più per l’esercizio della loro attività”. Cascone, in qualità di ex portavoce del M5S in consiglio comunale, non ha mai accettato ipad, tablet e smartphone concessi dall’amministrazione e si chiede se, fino ad oggi, ci sia mai stata la trattenuta dalle buste paga di chi ha beneficiato diegli apparecchi elettronici concessi a rate dal settore Nuove Tecnologie.

Il M5S di San Giorgio a Cremano, inoltre, chiede che venga fatta luce sulla vicenda del passaggio alla nuova compagnia telefonica: “la determina dirigenziale successiva alla delibera di giunta non risulterebbe neppure pubblicata sull’albo pretorio dell’Ente”. “Un funzionario del Comune – denuncia Cascone – ha sottoscritto l’ordine d’acquisto ma non c’è stato alcun controllo superiore, neppure dal settore Avvocatura”. Il contratto, tra l’altro, non sembrerebbe esser stato controfirmato dalla Wind e l’accettazione del funzionario con firma, apposta sull’offerta Wind, alla data della determina risulterebbe scaduta. Inoltre, dagli atti di liquidazione risulterebbe un’incongruenza con il documento di regolarità contributiva allegato ed obbligatorio per legge.

“L’esperienza all’interno dell’amministrazione – precisa Cascone – mi dice che a queste domande nessuno avrebbe mai risposto, tuttavia, oggi, alla guida c’è un Commissario nominato dal Prefetto che non può non rilevare le inquietanti anomalie di questa vicenda. Chiedo a lui di interrogare gli attori coinvolti e di dare ai cittadini delle spiegazioni”.

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