Nei primi mesi dell’attuale stagione agonistica, nei quali è stato uno dei tesserati del sodalizio di Viale Della Gloria, le cose non sono andate benissimo. La squadra, prima con Ponticiello e poi con Putignano in panchina, aveva avuto un rendimento altalenante e non riusciva ad allontanarsi dai bassifondi della graduatoria, forse per colpa di un organico non all’altezza della categoria. «Nella prima parte di stagione abbiamo pagato una cattiva costruzione della squadra. Mi permetto di dirlo – ha incalzato – perché poi, come di fatto è accaduto, è stata completamente stravolta, da capo a piedi. Un vero peccato, perché ritengo che un gruppo di uomini come quello che ha raggiunto la promozione lo scorso anno, più uno o due innesti, avrebbe potuto disputare sicuramente un campionato diverso».
Con lo stravolgimento del roster e l’inserimento di alcuni atleti di indubbie qualità tecniche e dalla grande esperienza, il cammino stagionale della Givova Scafati ha subito una positiva inversione di tendenza, scandita anche dall’arrivo in panchina del terzo allenatore stagionale. «Con coach Finelli e soprattutto con l’arrivo di Evans e il totale cambiamento dello starting five, la squadra ha raggiunto finalmente il giusto equilibrio e stabilito le giuste gerarchie – ha precisato il regista – cosa che nello sport non è solo fondamentale, bensì vitale».
Con sei turni di stagione regolare ancora da disputare ed altrettanti punti di distacco dal quarto posto, parlare di play-off è difficile, ma non costituisce un’eresia, almeno fino a quando anche la matematica condannerà i gialloblù ad accontentarsi dell’accesso alla serie A2 unificata della prossima stagione. «E’ come se mi sentissi ancora parte della squadra e mi permetto di dire che nei play-off ci spero sempre. Si può ancora fare, considerando che molti scontri diretti li “dobbiamo” disputare al PalaMangano: contro Omegna, Chieti, Matera e Recanati – ha chiosato l’atleta di origini stabiesi – sono otto punti sicuri; mentre Piacenza e Treviglio fuori casa non mi sembrano affatto irresistibili».
Antonio Pollioso