“Costa D’Angolo”: il documentario della Inno all’associazione Myo

Costa d Angolo - Pressbook-page-001Portatrici di limoni, marinai e mulattieri: questo è l’universo che a Maiori è stato seppellito sotto le macerie dell’alluvione che nel 1954 distrusse il paese. Dopo sessant’anni questi luoghi appaiono trasformati, convertiti al turismo e alla modernità. Ma sotto le macerie del passato sopravvive una memoria antica che molti hanno dimenticato. A pochi passi dagli alberghi e dal turismo balneare pulsa un mondo rurale invisibile che continua a tramandare un sapere millenario. Perla della repubblica di Amalfi, la baia di Maiori proliferava di orti e giardini che garantivano il sostentamento alla popolazione basato prevalentemente sull’agricoltura e sull’esportazione del limone amalfitano ormai famoso in tutto il mondo.  In ventitre minuti la regista partenopea Elisa Flaminia Inno – specializzata in regia del documentario presso il Centro nazionale di cinematografia del Quèbéc –  svela questo mondo sommerso con un linguaggio poetico e visionario, pur mantenendo integro il racconto della realtà.

«Ho frequentato Maiori sin da bambina – spiega la regista – e un giorno mi sono accorta che esisteva un mondo antico che per tutta la vita non avevo mai visto. Un mondo fatto di cultura, memoria e una di umanità portatrice del patrimonio culturale dell’Italia mediterranea. Quando ho iniziato ad entrare nelle case e nelle campagne ho capito che il paese aveva una ferita aperta, una storia da raccontare. La ricostruzione che ha seguito l’alluvione del 1954 ha ferito l’anima di Maiori: il cambiamento non è stato solo urbanistico, ma anche sociale e antropologico».

Il documentario è arricchito dalle immagini di repertorio del Centro di Cultura e Storia Amalfitana e da un tema musicale composto da “Nando Citarella & Tamburi del Vesuvio”. Un pezzo di sud e della nostra cultura mediterranea che merita un posto nella nostra memoria storica, per aiutarci a comprendere quanto preziose siano le origini della nostra civiltà e quanta cultura ci sia nelle vene della nostra terra. Una cultura speso dimenticata e denigrata a favore di una contemporaneità individualista e nichilista che cancella ogni traccia di passato e ci isola in un mondo di alienazione e solitudine.

Una produzione 15 06 in collaborazione con Pragma

sostenuto da: Regione Lazio, Comune di Maiori, Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali Villa Rufolo – Ravello (SA) in collaborazione con Centro di Cultura e storia Amalfitana

con il patrocinio di: Provincia di Salerno
Media Partner: agrocultura.tv

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