Dal mito della caverna, metafora illuminante in Repubblica di Platone, è scorsa molta acqua sotto i ponti della ragione. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ed il vizio è l’interesse di matrice economica.
Che le leggi siano governate dall’interesse economico è lapalissiano eppure non c’è occhio che tenga e veda. Se una foresta di mangrovie viene distrutta per far posto ad una coltivazione intensiva di gamberi per milioni di euro non c’è occhio che tenga e veda.
E come nel mito l’uomo che vede non è creduto e viene ucciso, così nel reale uomini, donne e bambini vengono immolati nel nome dell’affare, del dio danaro. Mi riferisco al servizio trasmesso domenica sera su rai tre da “Presa diretta”. Il mare distrutto dalla plastica, le foreste decapitate, hanno un’unica matrice umana troppo umana: l’interesse. Dove il mito della natura perde la sua inviolabilità e viene massacrata non c’è occhio o ragione che tenga.
Giuseppe D’Apolito