La Misericordia in versione napoletana

papa francesco

Francesco è il Papa che nei primi due anni di Pontificato ha spiegato che un mondo migliore, con il lievito della Misericordia, si struttura partendo dalle periferie del mondo e dell’umanità.
Viene a Napoli e nella sua provincia, perché riconosce il valore (umiliato) dei luoghi e conosce i problemi, le miserie, le solitudini e le povertà che accompagnano la quotidianità di tantissimi abitanti. Certamente il Papa, anche qui dove abitiamo, ritrova il male e la ricchezza delle periferie del mondo che, quasi sempre, chi le vive non vuol riconoscere.

Dal Papa tantissimi aspettano forti dosi di speranza, aspettano quella misericordia che è necessaria per bonificare la nostra umanità.
Ma il Papa sarà chiaro, come sempre, e indicherà anche ai napoletani quale strada intraprendere, ma soprattutto quali strade lasciare per creare le condizioni perché la misericordia produca buoni frutti in ogni persona, per ogni uomo e per ogni territorio.

Francesco parlando la scorsa estate a 250 mila persone confluite nella piana di Sibari, in Calabria, affermò che “la ‘ndrangheta è adorazione del male e disprezzo del bene comune”, perchè “usa violenza contro la vostra bella Calabria, terra martoriata dal peccato, dall’interesse personale, dalla sopraffazione”.

C’è da aspettarselo che invocherà anche in Campania lo scenario della scomunica per i camorristi che non accetteranno la conversione nella loro vita, pensando di potersi sostituire a Dio e decidere della vita delle persone, come disse un giorno il boss mafioso Leoluca Bagarella ad un altro delinquente. “Io ho la possibilità domani mattina di decidere se una persona dovrà vedere o meno il sole – affermò il capo di Cosa Nostra – tu lo capisci che io sono simile a Dio”.

Da Papa Francesco dovremmo essere felici di ricevere, come disse Don Ciotti, una “bella pedata per guardare avanti e per assumerci di più la nostra parte di responsabilità”. Soprattutto per evitare che la Misericordia sia in versione napoletana, buona solo per addolcirci la bocca, ma non la vita.

Antonio Irlando

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano