Nel Duomo di Napoli, con Papa Francesco, si è verificato in via straordinaria il “prodigio” dello scioglimento del sangue di San Gennaro, che di solito si ripete solo per la sua festa il 19 settembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre. Il sangue si è sciolto per metà. A dare l’annuncio è stato il cardinale Sepe dopo che il Pontefice aveva preso la teca nelle sue mani. E’ la prima volta che accade nelle mani di un Pontefice. Non era mai avvenuto nè con Giovanni Paolo Secondo nel 1990, né con Benedetto XVI nel 2007. “Il vescovo ha detto che il sangue è metà sciolto: si vede che il santo ci vuole bene a metà, dobbiamo convertirci un po’ tutti perché ci voglia più bene”, ha detto papa Francesco.
“Quanti scandali nella Chiesa e quanta mancanza di libertà per i soldi!”, ha esclamato papa Francesco nel discorso ai sacerdoti e ai religiosi nel Duomo.Prima del Duomo il Papa ha celebrato la messa in una Piazza del Plebiscito gremita. Nella grande piazza, uno dei simboli di Napoli, sono state stimate oltre 60.000 persone. Il Santo Padre ha celebrato la messa dall’altare allestito dinanzi alla basilica di San Francesco di Paola.
Durante l’omelia papa Francesco ha invitato più volte i fedeli a ripetere in coro con lui: “Gesù è il Signore”. Poi, al termine del discorso, ha nuovamente salutato in napoletano. “Ca ‘a Maronna v’accumpagne!”.
“Cari napoletani, largo alla speranza, e non lasciatevi rubare la speranza! Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini”. Così il Papa nella messa in Piazza del Plebiscito. Non lasciate che la vostra gioventù sia sfruttata da questa gente”, ha detto ancora il Papa.”La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città! Ai criminali e a tutti i loro complici Io umilmente oggi, come un fratello, ripeto: convertitevi all’amore e alla giustizia!”. Così papa Francesco nell’omelia della messa in Piazza del Plebiscito, a Napoli. “Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio! Con la grazia di Dio, che perdona tutto, è possibile ritornare a una vita onesta”, ha proseguito i Pontefice. “Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli – ha aggiunto -, mescolate con quelle di Maria, la Madre celeste invocata a Piedigrotta e in tante chiese di Napoli. Queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riconducano tutti sulla via del bene”.
“Oggi comincia la primavera e la primavera è tempo di speranza. Ed è tempo di riscatto per Napoli: questo è il mio augurio e la mia preghiera per una città che ha in sé tante potenzialità spirituali, culturali e umane, e soprattutto tanta capacità di amare”. Lo ha detto papa Francesco durante la messa in Piazza del Plebiscito. “Le autorità, le istituzioni, le varie realtà sociali e i cittadini, tutti insieme e concordi, possono costruire un futuro migliore”, ha aggiunto.
L’entusiasmo dei fedeli riuniti fin dalle prime ore del mattino ha accompagnato Papa Francesco. Tante le bandierine bianche e gialle. Il Papa si è soffermato per salutare alcuni bambini.
“Il cardinale Sepe mi ha anche minacciato se non fossi venuto a Napoli”, ha detto sorridendo papa Francesco, scherzando sulle ‘pressioni’ dell’arcivescovo per ottenere la visita, durante il suo discorso in piazza Giovanni Paolo II a Scampia. “La corruzione puzza, la società corrotta puzza e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza”. Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso a Scampia. Riferendosi al passaggio sulla corruzione nell’intervento del presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Bonaiuti, il Papa ha detto ‘a braccio’ che “Se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti. Nessuno di noi può dire ‘io mai sarò corrotto’. No – ha proseguito -, è una tentazione, è uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza dei reati, verso la corruzione”. “Quanta corruzione c’è nel mondo – ha aggiunto il Pontefice -: è una parola brutta, perché una cosa corrotta è una cosa sporca. Se noi troviamo un animale che è corrotto è brutto, ma puzza (il Papa ha usato il termine gergale ‘spuzza’), la corruzione puzza e la società corrotta puzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza”. Al termine del discorso, Bergoglio ha anche invitato a “andare avanti nella pulizia della propria anima, nella pulizia della città, nella pulizia della società, perché non ci sia quella puzza della corruzione”.
“Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! E’ questa la vostra grande risorsa: la gioia, l’allegria”. Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso in piazza Giovanni Paolo II, nel quartiere napoletano di Scampia. “Il cammino quotidiano in questa città, con le sue difficoltà e i suoi disagi e talvolta le sue dure prove – ha proseguito -, produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola”. “E’ la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa ‘leva dell’anima’, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie”, ha aggiunto.
“Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza. Guadagna qualcosa ma ruba la speranza. La ruba a sé stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, alla buona fama della città, alla sua economia”. Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso in pizza Giovanni Paolo II, a Scampia.
Papa Francesco ha benedetto i fedeli, al termine del discorso tenuto nel quartiere napoletano di Scampia, con la frase in napoletano solitamente pronunciata dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe: “A Maronna v’accumpagne”, ha detto papa Francesco e la folla ha salutato con un lungo applauso.
Una giovane immigrata delle Filippine, un lavoratore e il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Buonajuto, hanno rivolto tre brevi indirizzi di saluto al Papa giunto in piazza Giovanni Paolo II, nel quartiere napoletano di Scampia. ”Il rispetto della legge – ha detto l’alto magistrato – è continuamente offeso dalla corruzione pubblica e privata”. Il lavoratore, invece, ha lamentato la disperazione di quanti un lavoro non lo hanno mentre la giovane immigrata ha parlato della condizione difficile di quanti vengono da terre lontane