Chiare le parole scritte nel dispositivo da parte del giudice Vincenzo Del Sorbo che ha sottolineato vari aspetti tra cui la “non fattibilità giuridica” del piano oltre al fatto che i ‘sì’ dei creditori non hanno raggiunto la quota necessaria. Ciò vuol dire che secondo il collegio giudicante del tribunale oplontino la proposta di concordato elaborata dal Comune non sarebbe nemmeno essere dovuta ammessa.
“Permane la falcidia delle ritenute non versate e ciò non è consentito”: questo uno dei punti fondamentali per cui la proposta è stata respinta. Tra le altre cose viene sottolineato “il trattamento deteriore dei privilegiati rispetto ai chirografari: ciò sarebbe possibile solo se fosse dimostrato che i privilegiati non venissero trattati in maniera peggiore di quello che potrebbero ricavare in caso di liquidazione”. Altro aspetto che emerge dal decreto è il peso del ‘no’ da parte del maggiore creditore ovvero Equitalia. “Tuttavia il Comune per i crediti di sua spettanza ha “sconfessato” l’operato di Equitalia asserendo che era sua intenzione non esprimere alcun voto e quindi esprimere un tacito consenso”.
E’ tutta qui la beffa per i lavoratori delle Terme di Stabia, infatti alcuni crediti vantati dal Comune tramite Equitalia sono pesati come un macigno sul conteggio finale. Infatti scrive il giudice “considerando per intero il voto contrario di Equitalia è del tutto pacifico che la proposta concordataria non ha raccolto la maggioranza” mentre “viceversa ove il voto corrispondente al credito del Comune sia da considerare positivo la proposta sarebbe concordataria sarebbe considerata approvata”. Non lascia dubbi questo passaggio del decreto: la responsabilità della bocciatura del concordato ricade tutta sulla mancata comunicazione del voto positivo del Comune rispetto ai crediti vantati.
Una doccia fredda per gli oltre 200 termali che (seppur in tanti hanno deciso di votare ‘no’ al concordato) speravano nel piano elaborato dall’amministrazione del sindaco Nicola Cuomo e dal suo staff per poter risollevare le sorti dell’azienda: nei piani vi era prima l’affidamento provvisorio dell’azienda (che si è aggiudicato il centro Laser tramite un bando di gara) per poi passare alla privatizzazione dello stabilimento.
Dalle 11 di questa mattina un gruppo di lavoratori delle Ter,e di Stabia, circa 30, hanno presidiato palazzo Farnese in attesa di essere ricevuti dal sindaco Cuomo che ha rifiutato il confronto.
Alle 14 è stata convocata una riunione di maggioranza al palazzo di città a cui hanno preso parte alcuni assessori della giunta e pochi consiglieri comunali di maggioranza tra cui il capogruppo Pd Francesco Iovino, Rodolfo Ostrifate e Marica Sabatino, e Anna Verdoliva.
Tutti all’ingresso di palazzo Farnese sono stati accolti da applausi e complimenti ironici misti a fischi. Tensione quando gli agenti di polizia municipale e gli agenti del commissariato di Ps hanno tentato di sbarrare le porte di entrata di palazzo Farnese.
I lavoratori si sono opposti ed per due dipendenti delle Terme, che hanno accusato un malore durante la protesta, è stato necessario l’arrivo di un’autoambulanza del 118.
Sono decisi ad attendere il primo cittadino Cuomo barricatosi per tutta la giornata nel palazzo senza far pervenire sue notizie o commenti. In questo momento, alle 16, le forze dell’ordine stanno organizzando un cordone di sicurezza per consentire l’uscita ai politici dal Municipio.
Il commento del consigliere comunale Michele Miglardi, tra i ‘dissidenti’ della maggioranza. “L’abbiamo detto e ripetuto infinite volte, in consiglio comunale e sui giornali, ma non ci hanno dato ascolto. Adesso, le Terme hanno pagato gli errori commessi dalla Giunta Cuomo. Se non ci fosse stato l’ errore sul voto di Equitalia oggi staremo commentando un’altra storia e col senno di poi, diventa ancora piu’ pesante la responsabilita’ di non aver preso in considerazione la proposta migliorativa del Centro Laser. Bisogna convocare al piu’ presto un Consiglio Comunale monotematico per capire come uscire da questo tunnel infernale in cui hanno condotto Terme di Stabia”
Riunione nell’aula consiliare: faccia a faccia tra Cuomo e i termali
Erano le 18 quando dopo ore di attesa i lavoratori delle Terme di Stabia sono stati convocati dal sindaco Nicola Cuomo nell’aula “Falcone e Borsellino” di palazzo Farnese per avere un confronto su uno dei capitoli più tristi della storia della città: il fallimento del fiore all’occhiello della città, tanto decantato in campagna elettorale nell’ambito del rilancio turistico della città..
Visibilmente provato il primo cittadino ha spiegato che “scriverò una lettera ai vertici della Regione e del Governo per chiedere di inserire Castellammare tra le aree di crisi”. Quella delle Terme di Stabia è la seconda partecipata comunale che va in fallimento dopo la Multiservizi.
“Bisogna riflettere, stiamo verificando se c’è possibilità di presentare un ricorso al decreto di fallimento. Intanto la cosa positiva è che i complessi termali non rientrano nella procedura”, ha spiegato Cuomo ai lavoratori che chiedevano con veemenza quale sarà il loro futuro dopo il crac dell’azienda.
Pesanti critiche da parte dei termali sono arrivate all’avvocato Ostieri, seduto tra i banchi dell’aula consiliare insieme ad uno sparuto gruppo di consiglieri comunali di maggioranza e gli assessori, è uno degli estensori della proposta di concordato bocciata dal tribunale oplontino ed addirittura ritenuta dal giudice Del Sorbo “non fattibile giuridicamente”.
La tensione è salita alle stelle quando in aula il sindaco ha perso la bussola dicendo: “cento lavoratori non rappresentano l’intera città” per poi fare dietrofront dopo le proteste dei lavoratori.
Raffaele Cava