Presentato anche a Scafati il Nuovo Piano Ospedaliero Regionale. Venerdì 20 Marzo, nell’affollata sala riunioni al primo piano della struttura sanitaria scafatese, si è tenuta la conferenza che ha svelato alcuni dettagli sulla nuova rete ospedaliera campana presentata lo scorso 17 marzo a Palazzo Santa Lucia.
Un primo piano del nosocomio scafatese tirato a lucido per l’occasione, un parcheggio della struttura pieno come non si vedeva ormai da anni ed un pubblico composto da cittadini, giornalisti, personale sanitario e volontari ospedalieri hanno atteso i cinque interlocutori che hanno parlato della questione: Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati; Franco di Palma, presidente del comitato ‘No alla chiusura’; Monica Paolino, consigliere regionale e moglie di Aliberti; Antonio Squillante, direttore generale dell’Asl Salerno; e Michele Schiano, consigliere regionale e presidente della quinta commissione regionale dedicata alla sanità. Tutti gli ospiti hanno avuto modo di parlare di questo ambizioso nuovo piano ospedaliero regionale ma, piuttosto che chiarire con forza e convinzione le modalità di attuazione e realizzazione a riguardo della riattivazione del pronto soccorso del Mauro Scarlato, il punto cardine della conferenza è stato fugare il crescente scetticismo e le polemiche che vedrebbero questa proposta sulla riforma sanitaria campana solo come una trovata propagandistica.
Ognuno degli interlocutori, a modo suo ha infatti difeso il piano, schierandosi contro chi ne mina l’affidabilità. Entusiasti e orgogliosi di quello che ritengono un grande risultato sia Aliberti che Di Palma; il primo ha esordito con quella che spero fosse solo una battuta un po’ triste e infelice sull’uso di psicofarmaci per riuscire a prendere sonno con la preoccupazione di una città senza pronto soccorso; invece il secondo, ha ribadito più e più volte, e ancora più e più volte, di quanto il comitato ‘No alla chiusura’ sia stato l’unica realtà a portare avanti la battaglia per l’ospedale al di fuori da schemi politici Questo l’appello dell’onorevole Paolino che dopo aver chiarito che il rientro del Mauro Scarlato nella rete delle emergenze non è mossa politica, spiegando che la tempistica di presentazione del piano è dipesa dalla durata quinquennale del precedente decreto 49 del 2010, risponde in merito allo scetticismo: “Le polemiche che sfiduciano la nostra proposta non fanno altro che alimentare dubbi ed incertezze nei cittadini. Tutta la politica, di ogni schieramento, deve agire secondo senso di responsabilità; è quindi nostro dovere morale quello di lavorare all’unisono affinché i cittadini possano credere che una sanità migliore in Campania sia possibile”.
La Paolino ha spiegato con trasporto quanto Caldoro e i vertici della regione Campania abbiano lavorato in silenzio e per lungo tempo per riuscire a contrastare il precedente decreto 49 che ha penalizzato fortemente la sanità di tutta la Campania, oltre che l’ospedale di Scafati: “Il nuovo Piano Ospedaliero Regionale è un punto di partenza, dovuto alla capacità Stefano Caldoro nel coprire l’enorme voragine finanziaria di oltre un miliardo di euro riuscendo a riportare il bilancio della sanità campana all’attivo per circa 230 milioni di euro… Tutti questi numeri sono fatti concreti e non chiacchiere! Così come gli 802 posti letto che guadagneranno in totale le strutture ospedaliere in tutta la nostra regione”. Il direttore generale Squillante, reputando anche lecito lo scetticismo e le perplessità di tanti rispetto la tempistica della presentazione del piano, ha ribadito che esso poteva essere presentato solo una volta che i conti non sarebbero più stati in rosso:
“La gestione condotta da me fino ad oggi, oltre che finalizzata a far tornare i conti, ha avuto lo scopo di evitare gli sprechi in modo che si potesse presentare al Ministero della Salute, al Ministero dell’Economia e all’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari un piano che rappresentasse un chiaro segnale di svolta”. Poi, a riprova della buona fede dietro la progettazione svolta dalla Regione: “Il fatto che l’ospedale di Agropoli non è stata incluso nella nuova rete sanitaria dimostra che questo non è uno spot elettorale, se così fosse stato sarebbe stato semplice inserire anche Agropoli nella nuova rete delle emergenze prevista nonostante manchino le condizioni oggettive per procedere in questa direzione”. Alla fine, anche l’onorevole Schiano ha ribadito la buona fede sulle tempistiche dell’ambiziosa proposta di riforma sulla sanità campana ripercorrendo le difficoltà affrontate per presentare ai ministeri un piano credibile che il Governo possa realmente approvare. Ecco quanto ha dichiarato, partendo proprio dal decreto 49: “Non è stato impostato basandosi su una conoscenza reale dei territori e delle esigenze della Campania e dei suoi abitanti. Finalmente, avendo creato la possibilità economica e conoscendo le peculiarità del territorio, siamo riusciti a recuperare i pronto soccorso di tantissimi ospedali declassati. Inoltre, con lo sblocco dei turnover, tantissimi giovani medici e professionisti campani potranno trovare lavoro nelle nostre strutture”.
Purtroppo, oltre queste parole, non ci sono maggiori informazioni che possano dire quando e come il pronto soccorso del Mauro Scarlato andrà a riaprire. Dei 230 milioni di euro attualmente in attivo per la sanità e preventivati per questa nuova riforma regionale, si ipotizza che l’ospedale scafatese possa ricevere un milione o un milione e mezzo… ma ovviamente è ancora tutto da stabilire. Pare infatti che la Campania sia stata la prima a presentare il suo Piano sulla Rete Sanitaria e il Ministro Beatrice Lorenzin ha promesso che vaglierà quanto prima quanto ricevuto per poter dare l’ok al piano. Tutto farebbe pensare che il tanto atteso ‘sì’ possa essere imminente ma, anche in quel caso ci sarebbero tantissimi dettagli da definire prima di capire i tempi che possano vedere la piena riattivazione dello Scarlato.
A Scafati, si andrebbero ad aggiungere ai reparti attualmente attivi (medicina, lungodegenza, nefrologia, broncopneumologia, e terapia intensiva annessa al reparto broncopneumologico), una grande farmacia, una radiologia con macchinari nuovi e all’avanguardia macchinari e, cosa più importante, una sala operatoria all’altezza della struttura. Chiaro è che la sanità campana, se dovesse ricevere l’ok dal Governo, si rivoluzionerebbe completamente; infatti ogni ospedale non è più una struttura a sé stante, autonoma e capace di curare tutte le patologie, ma andrebbe a formare una rete con gli altri ospedali, offrendo servizi personalizzati e specializzati anche in base alle singole patologie o all’acuità della malattia.
Raffaele Cirillo