Dopo aver tentato il suicidio ieri mattina allo stadio comunale Giraud, Gennaro Palumbo questa mattina si è incatenato al Comune di Torre Annunziata. Un altro gesto estremo, in segno di protesta, perché vuole un lavoro. Una volta salito al Municipio, nell’ufficio della segreteria del sindaco Starita, il 35enne ha anche minacciato di tagliarsi le vene.
Sul posto sono intervenuti il maggiore dei carabinieri Michele De Riggi, la stazione locale del maresciallo Egidio Valcaccia, i poliziotti del commissariato di Torre Annunziata del dirigente Vincenzo Gioia e la vice Elvira Arlì e i vigili urbani del comandante Antonio Virno.
Per fortuna Gennaro si è solo incatenato alla ringhiera del balcone che affaccia alle Ferrovie dello Stato, senza farsi del male. Avrebbe voluto fare lo sciopero della fame e della sete, ma poi ha cambiato idea, perché al Comune hanno fatto irruzione 10 persone, che sono entrate dall’ufficio anagrafe situato al piano terra, nonostante l’ordine delle forze dell’ordine di non far entrare nessuno.
“La protesta, fatta in questo modo non mi appartiene- ha affermato Gennaro quando è sceso dal Municipio per tornare a casa- Avrei voluto agire in maniera pacifica, invece così rischiamo una denuncia. Non mi fermo qui, ma per ora va bene così”.
Mentre le 10 persone stavano nell’ufficio della segreteria del sindaco, altri disoccupati sono rimasti giù e per un po’ hanno anche bloccato il traffico. Poi dopo hanno deciso di salire in 7. Solo 4 sono riusciti di nuovo ad entrare a Palazzo Criscuolo, non si sa come, attraverso l’ufficio anagrafe, mentre altri 3 sono stati bloccati dai carabinieri. Da poche ore Gennaro ed altri disoccupati hanno organizzato uno stand a Piazza Nicotera.
“Uno stand di informazione e di protesta permanente”. Un presidio insomma, che resterà lì fisso nei prossimi giorni, mentre altri presidi itineranti faranno il giro nei quartieri dove c’è un alto tasso di disoccupazione. Sensibilizzare la gente ed allargare la lotta: questo l’obiettivo.