Consiglio comunale per approvare il rendiconto 2013 ed il bilancio preventivo 2014 quello programmato per questo pomeriggio a Castellammare di Stabia. Tempi dilatati per l’approvazione dei suddetti atti dato che il comune stabiese ha dichiarato il dissesto finanziario.
Assise già di per sè carica di attenzione, ma che si è rivelata addirittura ad “altissima tensione” nel momento in cui in aula la maggioranza non era tutta presente e fuori da Palazzo Farnese erano, invece, presenti i termali in protesta che chiedevano un confronto con il sindaco Cuomo e con la non proprio compatta maggioranza, se così può ancora essere definita.
Fatti i dovuti conti, si è quindi deciso di rimandare la seduta al prossimo mercoledì. E’ stata, questa decisione, la classica goccia che ha fatto traboccare il già vacillante vaso della pazienza dei lavoratori di Terme di Stabia, che già da stamattina, con un corteo che ha bloccato le strade di Castellammare, avevano fatto sentire la propria voce e che proprio in sede di consiglio avrebbero voluto sentire quella dell’amministrazione, attraverso un confronto con i vertici comunali.
La tensione già alta, a questo punto, è sfociata in ferma protesta. I termali assiepati nell’aula consiliare e nel palazzo di città hanno provato a bloccare in aula i consiglieri di maggioranza Rodolfo Ostrifate, Gina Avitabile e Alessandro Zingone. Contemporaneamente dai banchi dell’opposizione partiva, in maniera plateale e provocatoria una raccolta firme per sfiduciare il primo cittadino Nicola Cuomo. Nove le firme raccolte. Tra esse anche quella del consigliere del Partito Democratico, e quindi tecnicamente di maggioranza, Michele Migliardi. Un atto, quello del consigliere Pd dissidente, che apre ufficialmente una spaccatura nel partito che ha portato alla vittoria elettorale Cuomo e nella stessa maggioranza.
Nel frattempo tra i lavoratori termali presenti due donne hanno accusato un malore, per entrambi è stato necessario l’intervento del 118.
I termali, infine, hanno deciso di occupare l’aula consiliare e alcuni di essi rimarranno fino a tarda ora.
Dal canto suo il sindaco della città delle acque ha subito diramato un comunicato, attraverso l’ufficio stampa, nel quale precisa il suo punto di vista:
“A rettifica di quanto riportato da alcuni consiglieri di minoranza si evidenzia che quest’oggi il sindaco Nicola Cuomo e tutti i consiglieri comunali di maggioranza, salvo Francesco Iovino e Rosanna Esposito, e tutti gli assessori, salvo Antonio Poziello e Giusy Amato, erano pronti per affrontare la discussione del rendiconto 2013 e bilancio preventivo 2014 nonché per approvare gli stessi.
Non si è potuto celebrare il consiglio per l’assenza dei su indicati consiglieri altrimenti il bilancio non sarebbe stato approvato con il conseguente scioglimento e successivo commissariamento dell’ente locale.
Tutti i consiglieri presenti della maggioranza, per senso di responsabilità, hanno reputato opportuno in questo momento particolarmente delicato evitare l’interruzione anticipata della consiliatura con gravi ripercussioni sulla crisi del lavoro che la città sta vivendo.
Il sindaco Cuomo, a tal proposito dichiara: «Ringrazio tutti i consiglieri e assessori presenti e resto particolarmente perplesso e amareggiato dell’atteggiamento di chi si è assentato, senza giustificato motivo, sull’approvazione di atti indispensabili a rimettere in sesto il comune.
Rifletterò in questi giorni sul da farsi chiedendo il necessario sostegno ai consiglieri eletti. Una sola cosa non consentirò a nessuno: essere condizionato nella mia azione amministrativa. Lavorerò fino all’ultimo esclusivamente nell’interesse superiore della mia città.
Invito pertanto tutti i consiglieri della maggioranza, soprattutto gli assenti, a riprendere il percorso comune e sono convinto che quest’appello non resterà inascoltato con l’auspicio di una ritrovata unità».”
L’impressione, comunque, resta quella che se entro mercoledì il sindaco non riuscirà a ricompattare la sua maggioranza, sanando la spaccatura interna al Pd, possa anche pensare di dare le dimissioni, magari per prendere altri venti giorni di tempo e lavorare alla ricomposizione di una amministrazione credibile, diversamente sarà difficile recuperare le redini di una amministrazione che non da adesso fa acqua da tutte le parti.
Filippo Raiola