Tra gli arrestati c’è anche un assessore del Comune di Nola. Si tratta di Gianpaolo De Angelis, assessore con delega all’Urbanistica e ai Trasporti nella Giunta comunale guidata dal sindaco Geremia Biancardi.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea rappresenta il culmine di un’indagine sul clan Fabbrocino, attivo nei comuni di Nola, San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano, Somma Vesuviana, Palma Campania, Camposano e nelle aree limitrofe. In particolare, le indagini hanno evidenziato l’importanza strategica per il clan dell’attività di produzione del calcestruzzo, “ottimo strumento – scrive il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – permascherare estorsioni attraverso l’imposizione delle forniture condizionando il libero mercato della domanda e dell’offerta”.
In questo senso sono state sequestrate alcune imprese ritenute collegate a soggetti appartenenti al clan e il cui valore è stato stimato in circa 5 milioni di euro, considerate una sorta di ‘continuazione’ del modus operandi già messo in atto con la società di Mario Fabbrocino, capoclan oggi detenuto, sequestrata nel 2007.
Secondo quanto ritenuto nel provvedimento cautelare, l’attività d’indagine ha provato che le condotte criminose del clan, dal 2007 al 2012, rappresentano la continuazione attraverso la costituzione di nuove compagini societarie (in particolare della Gifra srl e della Raf srl), del modus operandi dell’imposizione camorristica del calcestruzzo già perpetrata dal capoclan detenuto Mario Fabbrocino attraverso l’impresa di calcestruzzo ‘La Fortuna’ per la quale fu eseguito un sequestro preventivo nel 2007, all’esito di una indagine della Dia e coordinata dalla Dda di Napoli. E’ stata accertata che la titolarità delle quote sociali della ditta era fittiziamente intestata a prestanome compiacenti, al fine di eludere l’applicazione di eventuali misure di prevenzione nei confronti del capoclan.
L’operazione dell’Antimafia ha accertato l’importanza strategica delle attività di produzione di calcestruzzo per un clan camorristico e che rappresenta un ottimo strumento per mascherare estorsioni attraverso l’imposizione delle forniture condizionando il libero mercato.
Secondo gli investigatori la Gifra srl aveva adottato un listino sensibilmente maggiorato rispetto ai prezzi normalmente praticati da omologhe imprese: sono state proprio le maggiorazioni di prezzi, a parità di caratteristiche tecniche del materiale fornito, ad essere state ritenute gli elementi costitutivi della condotta estorsiva.
La natura camorristica dell’attività imprenditoriale della Gifra è comprovata dalla contesa che ha visto contrapposto il clan Fabbrocino e il clan Di Domenico per l’affidamento dell’appalto privato della fornitura di calcestruzzo per la realizzazione di un centro sportivo a Camposano.