Stamattina presto i militari sono entrati nella cappella piena di immagini, statuette sacre, fiori e fotografie di defunti. Dietro all’altare, a terra, in una busta di quelle usate dai negozi di abbigliamento: 100mila euro in cocaina purissima (6 panetti da 350 gr. ciascuno, al dettaglio circa 350mila euro) e una pistola calibro 38 con relativi colpi.
Sbirciando tra le dediche sulle panchine poste all’interno del locale spunta il nome di “Giuseppe Lo Russo”, attualmente detenuto, figlio del capoclan storico dei “capitoni” Antonio Lo Russo e fratello di Mario, detenuto anche lui, ritenuto l’attuale reggente del clan, arrestato a settembre scorso dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli per droga e associazione di tipo mafioso.
Singolare come l’egemonia criminale su quel territorio sia dimostrata proprio dal fatto che un’arma e un quantitativo di droga così ingente fossero stati messi ‘seraficamente’ ai piedi dell’altare, nascosti agli occhi di chi entra, ma raggiungibili da chiunque girando dietro l’altare. Indagini in corso per riscontrare la riconducibilità del materiale sequestrato.