Napoli, ecco “Social Robots”: metodologie, sviluppi e applicazioni per l’inclusione

Locandina Social RobotVenerdì 10 aprile 2015, alle ore 11:00, presso l’Aula Ottagono dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Corso Umberto I, si terrà il seminario “Social Robots – Metodologie, sviluppi e applicazioni per l’inclusione. Prospettive psicopedagogiche”. Tra i relatori invitati, oltre alla dott. ssa Ilaria Bortone, il dott. Giuseppe Palestra, portavoce e co-founder di Saracen, anagramma di Socially Assistive Robots Autistic Children EducatioN, un progetto che si propone come ausilio alle terapie per la cura di bambini affetti da disturbi dello spettro dell’autismo attraverso l’utilizzo di robot programmati ad hoc.

Il dott. Palestra e la dott. ssa Bortone discuteranno riguardo la delicata tematica con Francesca Marone, Orazio Miglino, Onofrio Gigliotta e Francesco Rubinacci. Un incontro importante tra addetti ai lavori che cade ad appena una settimana dalla Giornata Mondiale della consapevolezza sull’autismo, celebrata il 2 aprile scorso.

Già nel 2014, in occasione del Social Innovation Day di Napoli, il dott. Giuseppe Palestra aveva potuto introdurre le peculiarità del progetto Saracen, che da quel momento ha preso letteralmente il volo giungendo a New York e a Sidney, passando per lo Smau di Milano e quello di Barcellona, portando a casa consensi e gratificazioni. Adesso, dopo un anno di esperienze acquisite, ritornare a Napoli e nella sua prestigiosa Università da relatori invitati rappresenta un grande orgoglio.

In particolare il lavoro di Giuseppe Palestra, Francesco Adamo e Dario Cazzato (programmatori informatici e promotori di Saracen) è incentrato sulla programmazione di tali robot, detti “sociali” proprio per la loro particolare funzione. Il carattere innovativo consiste essenzialmente nella loro capacità di interagire autonomamente con il bambino e, inoltre, di contribuire alla diagnosi precoce e al monitoraggio della malattia, sfruttando il fattore tecnologico combinato all’aspetto ludico, dal quale i piccoli affetti da autismo sono indubbiamente attratti. Queste qualità rendono unici, almeno sul territorio nazionale, questi robot, che potrebbero essere un utilissimo strumento sia per gli operatori sanitari che scolastici, nonché per le famiglie stesse.

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