Il bambino necessita di logopedia, i genitori chiedono di poter consumare il pasto al rientro ma la Dirigenza Scolastica rigetta la richiesta. I parenti del piccolo hanno segnalato in curioso caso avvenuto in una scuola dell’infanzia della periferia di Castellammare. “Vogliamo solo il benessere di nostro figlio”, hanno raccontato. La vicenda del piccolo di cinque anni comincia due anni fa quando Claudio (nome di fantasia) inizia ad andare a scuola: ai genitori viene segnalato dalle maestre un problema di vivacità. Lo psicologo infantile che visita il bimbo, però, ritiene che non ci sia alcuna questione se non dal punto di vista del linguaggio.
Claudio necessita di logopedia e, tramite apposita richiesta all’Asl Na3 Sud, gli viene concesso di effettuare la terapia presso un centro di via Napoli. La terapia, però, va effettuata di mattina e in particolare il mercoledì e il venerdì dalle ore 11 alle 12. Il piccolo dalla scuola va quindi in centro per poi tornare a scuola.
I genitori chiedono alla Dirigenza Scolastica di consumare il pasto al rientro, ma la richiesta è stata respinta. La questione verterebbe sul fatto che il pasto andrebbe “consumato assieme agli altri alunni anche, e non solo, per motivi igienico-sanitari e di sicurezza”. “È assurdo tutto ciò – hanno detto i genitori del piccolo – non poter conciliare la terapia con la vita scolastica. Chiediamo alla Dirigenza di ripensarci. Non posso essere costretto a non mandare il bambino a scuola perché ha bisogno della logopedia”.